COMUNICATO TIEFFINO SULLE RISPOSTE FORINITE DAL MINISTRO CARROZZA NEL QUESTION TIME

Inoltriamo il comunicato del Comitato nazionale:
 
ImageI docenti abilitati con TFA deprecano le risposte fornite dal Ministro Carrozza nel question time di mercoledì 4 dicembre e promuovono il seguente comunicato per confutarne gli argomenti.
L’interrogazione proposta dall’on. Di Lello, finalizzata ad appurare se e con quali modalità il MIUR intenda attuare i due ordini del giorno accolti come raccomandazione dal Governo in occasione dell’approvazione del Decreto istruzione (9/01574-A/012 a firma dell’on. Locatelli per l’inserimento degli abilitati TFA e degli idonei al concorso nella quarta fascia GaE; 9/01574-A/013 a firma dell’on. Di Lello per la costituzione di una graduatoria provinciale per gli abilitati TFA e PAS valida per ‘assegnazione delle supplenze in subordine allo scorrimento delle GaE), ha prodotto la mortificante replica del copione già recitato dal Ministro Carrozza e preparato dai tecnici del Ministero. Tale sceneggiatura, che da mesi assolve al compito di ignorare il titolo di abilitazione conseguito con il TFA attraverso la recitazione di una litania normativa intessuta di contraddizioni e di giustificazioni poco credibili, non può che generare sconcerto e indignazione negli 11000 tieffini che hanno sacrificato un anno allo studio e alla frequenza di questi percorsi altamente selettivi e formativi, sperando in un miglioramento fattivo della loro condizione lavorativa o nell’ingresso nel mondo dell’insegnamento, a seconda dei casi.
Il Ministro ha ribadito che la chiusura delle graduatorie ad esaurimento è stata sancita dalla Legge finanziaria n. 296/06, affermando come i successivi inserimenti eccezionali abbiano riguardato profili di abilitati che avevano maturato le aspettative in precedenza. Nulla di più falso. Le graduatorie permanenti sono state trasformate in esaurimento dalla Legge 296/06, per volontà dell’ex Ministro Fioroni, con la condizione vincolante di un loro assorbimento da ottenere tramite un piano triennale di immissioni in ruolo mai portato a termine a causa dei sopraggiunti tagli provocati dalla legge 133/08. Se l’inserimento degli abilitati del IX ciclo SSIS 2007-09, avvenuto tramite la Legge n. 169/08, poteva rappresentare un’eccezione plausibile in virtù della loro appartenenza alla normativa previgente e istitutiva del percorso SSIS, meno comprensibile risulta l’inserimento straordinario in GaE avvenuto nel 2012 degli abilitati COBASLID, di strumento musicale e dei laureati in Scienze della Formazione Primaria entro l’a.a. 2010-11, previsto dalla Legge n. 14 del 24 febbraio 2012 tramite l’artificio della costituzione della quarta fascia aggiuntiva.
Gli unici a non meritare alcuna eccezione paiono essere, dunque, gli abilitati del TFA, che hanno dovuto pagare con l’attesa di quattro lunghi anni di sospensione dei percorsi di abilitazione e di un grave ritardo intercorso tra l’istituzione normativa e l’attuazione del nuovo percorso. L’asticella temporale per l’ingresso nelle GaE può così essere alzata progressivamente dal 2007, al 2009 fino al 2011, ma non contemplare in alcun modo chi appartiene ad una normativa del 2010 (D.m. 249/10 istitutivo del TFA) e che si è abilitato con retrodatazione nell’a.a. 2011-12.
E’ semplice svelare il motivo per cui il MIUR non intende riaprire le graduatorie ad esaurimento: l’obiettivo è evitare i costi per la finanza pubblica che scaturirebbero, dopo la reiterazione di tre contratti annuali consecutivi, dalla maturazione del diritto all’immissione in ruolo per gli abilitati TFA e per i futuri abilitati PAS, per effetto della stessa violazione della normativa comunitaria 1999/70/CE che presto determinerà la stabilizzazione di oltre 130000 abilitati in GaE.
La seconda affermazione inverosimile del Ministro ha riguardato la forma di reclutamento prescelta per il TFA, ossia il concorso. Siamo di fronte all’ennesima presa in giro per gli abilitati TFA. Il loro titolo risulta declassato e privo di validità ai fini del reclutamento, a differenza di quanto spettato per un decennio agli abilitati SSIS, e il tieffino viene lasciato a marcire nella seconda fascia delle graduatorie di istituto in compagnia di chi non ha mai superato una prova concorsuale (i PAS), in attesa di un concorso-chimera per il quale non ci sono né i posti né i soldi. Se dovessimo, poi, delineare un quadro storico dei voltafaccia e delle piroette di questo Ministero, se volessimo collezionare in una rassegna stampa tutte le dichiarazioni contraddittorie di Maria Chiara Carrozza, scopriremmo l’andamento ciclico di una strategia che non ha altro obiettivo che temporeggiare in attesa delle imminenti sentenze del TAR (che potrebbero costringere il MIUR a disporre la riapertura delle GaE per gli abilitati TFA) e che ha visto succedersi nel tempo:
a) l’iniziale volontà di reclutare gli insegnanti tramite concorso (periodo marzo-agosto);
b) la denuncia del fallimento del concorso Profumo e l’annuncio che non ci sarebbero più stati concorsi prima della stabilizzazione dei precari (settembre);
c) la proposta di una riforma del reclutamento basata sul corso-concorso, salvo poi rimangiarsi tutto dopo la levata di scudi dei sindacati (novembre);
d) il ritorno alla promessa del concorso (dicembre).
Non è difficile disvelare, anche in questo caso, il piano sotteso alla strategia ministeriale: lasciare che tutti i PAS siano abilitati prima di bandire un nuovo concorso, al fine di rimettere in gioco tutti alla pari, come se la selezione meritocratica del TFA non fosse mai esistita e non avesse mai prodotto una distinzione tra chi ha dimostrato di possedere le conoscenze disciplinari necessarie all’insegnamento e chi non ha dato prova di padroneggiarle.
Come se non bastasse, il Ministro ha finito anche per fregiarsi di un provvedimento farsesco ed elaborato fuori tempo massimo: la modifica al D.m. 249/10 che, nelle more dell’aggiornamento della seconda fascia delle graduatorie di istituto, dovrebbe conferire la priorità nell’assegnazione delle supplenze agli abilitati di terza fascia rispetto ai non abilitati. Peccato, signora Ministro, che i non abilitati abbiano già soffiato gli incarichi annuali ai tieffini di terza fascia. E gli abilitati TFA non inseriti nelle graduatorie di istituto non meritano di godere di questa inutile priorità?
Vantarsi di un provvedimento che arriverà a gennaio e che, invece, avrebbe dovuto vedere la luce a settembre, in tempo cioè per consentire agli abilitati TFA di ricevere gli incarichi sui posti disponibili e vacanti; spacciarlo come intervento volto a valorizzare il titolo di abilitazione TFA non fa altro che acuire l’indignazione, lo sconcerto e l’amarezza di chi, oramai, non può fare altro che registrare l’inettitudine di questo Ministero e affidare le sue speranze di giustizia alla magistratura amministrativa.
L’indignazione dei tieffini, tuttavia, lungi dal tramutarsi in rassegnazione, troverà visibilità in una nuova, vigorosa e imminente manifestazione, nella quale verranno denunciate con fermezza l’ingiustizia, la discriminazione e il misconoscimento finora ingiustamente subiti.

Corso-concorso? Esiste già: è il TFA

Pubblichiamo la lettera del Cooordinamento nazionale dei docenti abilitati con il TFA

Onorevoli, senatori, cittadini,
con il presente comunicato i docenti abilitati con TFA intendono demistificare e denunciare la logica sottesa al nuovo progetto di riforma del reclutamento che il Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, sostenuta e sospinta da parte della maggioranza parlamentare targata PD, intende presentare per l’immissione in ruolo degli insegnanti nel prossimo futuro. Vediamo, per iniziare, come si configura questa nuova proposta che il MIUR già sventola ipocritamente come riforma meritocratica. Il DL 104/13, intitolato in modo propagandistico l’istruzione riparte, non ha accolto alcuna delle proposte avanzate dai deputati e dai senatori che si sono fatti portavoce dei diritti violati degli abilitati TFA, dichiarando inammissibili tutti gli emendamenti finalizzati al loro inserimento nelle graduatorie ad esaurimento (GaE), uno dei due canali che agli abilitati con le vecchie SSIS ha garantito, e garantisce tuttora, l’immissione in ruolo. Il Governo, dunque, non solo si è espresso per l’impossibilità di provvedere a nuovi inserimenti nelle GaE, ma ha altresì tracciato l’orizzonte, tramite due ordini del giorno proposti dal PD (odg 9/01574-A/067 dell’on. Coscia alla Camera; odg G15.114 della sen. Puglisi al Senato) della nuova proposta di riforma del reclutamento, modellata sul corso-concorso che lo stesso decreto ha introdotto per i Dirigenti scolastici. E’ notizia di qualche giorno fa, infine, che la Legge di stabilità 2014 sarà accompagnata da una legge delega con cui la maggioranza parlamentare richiederà al Governo di avanzare una proposta di riforma del reclutamento che contempli la formula del corso-concorso e che contemperi i diversi interessi delle varie categorie di abilitati. Se il modello dovesse essere quello previsto per i Dirigenti scolastici, il corso-concorso prevederà delle prove selettive in accesso (test preliminare, prove scritte e orale), cui i candidati potranno partecipare tramite il pagamento di un contributo, e la frequenza di un corso di preparazione. Ci pare di riscontrare in questa formula del corso-concorso, infatti, una procedura identica a quella del Tirocinio Formativo Attivo, che ha previsto, il superamento di tre prove selettive in ingresso e la frequenza di un corso di formazione da 60 CFU, costellato di esami pedagogico-didattici e disciplinari e di un’attività di tirocinio in classe, concluso infine da un esame finale di abilitazione. ImmagineSarebbe paradossale, discutibile e umiliante, ora, destinare gli abilitati TFA alla ripetizione di un percorso del tutto simile nella struttura a quello già svolto e superato per consentire loro l’accesso al ruolo, magari chiedendo in più una nuova tassa d’iscrizione simile all’importo medio di 2500 euro già versato per la frequenza del tirocinio formativo attivo. Un tale disegno sembra andare incontro, più che ad una nuova riforma del reclutamento, ad un risparmio della spesa pubblica: si tratta, infatti, di soppiantare i concorsi a cadenza biennale promessi dal Ministro Carrozza, e previsti dalla Legge Finanziaria del 2008, che comporterebbero un aggravio per le casse dello Stato, con una formula che riverserebbe i costi del reclutamento sulle spalle dei partecipanti e dei vincitori e che finirebbe per mercificare del tutto l’accesso alla professione insegnante. Nell’arco di poco più un decennio, poi, si determinerebbero evidenti discriminazioni nella procedura di reclutamento tra i seguenti soggetti:
a) Abilitato SSIS tra il 1999 e il 2009 che, dopo aver superato due o tre prove selettive in ingresso ed un corso di 120 CFU, è o sarà reclutato tramite le graduatorie ad esaurimento, ex permanenti;
b) Abilitato dei corsi abilitanti riservati del 2000 e del 2005 che, dopo non aver superato alcuna prova selettiva in ingresso ed aver frequentato un corso speciale della durata di un anno, è o sarà immesso in ruolo tramite graduatorie ad esaurimento;
c) Abilitato TFA che, dopo aver superato tre prove selettive d’accesso (di cui una su base nazionale) ed aver frequentato un corso di 60 CFU, dovrà partecipare ad un nuovo corso-concorso con altre tre prove selettive e frequentare dunque un nuovo corso di preparazione;
d) Abilitato PAS che, dopo non aver superato alcuna prova selettiva ed aver frequentato un corso di 41 CFU, dovrà partecipare allo stesso corso-concorso.
Che cosa c’è di meritocratico in tutto questo? La finalità, verrebbe da pensare, risiede forse nel dare l’opportunità a chi è uscito dalla finestra di rientrare dalla porta, arricchendo al contempo le borse delle università e risparmiando le casse dello Stato, con spese a carico dei partecipanti. Facendo i conti in tasca al tieffino, dunque, potremmo calcolare, per assicurarsi un posto a tempo indeterminato nei prossimi anni, il seguente esborso:
1) 2500 euro per l’abilitazione TFA
2) 3000 euro per la specializzazione con il nuovo TFA di sostegno
3) Altri 2500 euro magari per il corso-concorso del futuro?
Va ricordato, inoltre, che ai docenti abilitati con TFA era stato promesso il bando di un nuovo concorso nel 2013, ad abilitazione conseguita, in modo da fornire loro la possibilità di entrare di ruolo. Allo stato attuale della normativa vigente, invece, il titolo di abilitazione TFA risulta incredibilmente e immotivatamente penalizzato, in quanto:
a) è privo di un canale di reclutamento, poiché le graduatorie, come ribadito negli ordini del giorno del PD, restano chiuse per loro, mentre i concorsi non si vedranno almeno fino all’immissione in ruolo dei vincitori di quello del 2012;
b) 68000 non abilitati con tre anni servizio, in gran parte respinti nelle prove di accesso al TFA, conseguiranno l’abilitazione tramite l’ennesima sanatoria PAS e finiranno inesorabilmente per scavalcare gli abilitati TFA nella seconda fascia delle graduatorie di istituto;
c) a differenza degli abilitati SSIS del passato, gli abilitati TFA dovranno raddoppiare le loro fatiche e sostenere una procedura di reclutamento simile più ad un concorso per la magistratura, per difficoltà e numero delle prove, che ad un concorso per l’insegnamento.
Ecco, dunque, la riforma meritocratica che il MIUR si appresta a partorire su delega della maggioranza parlamentare: un corso-concorso che rimette sullo stesso piano, ai nastri di partenza, chi ha già superato un concorso-corso (abilitati TFA e abilitati SSIS non ancora entrati di ruolo) e chi non ha mai superato una sola prova concorsuale in vita sua (futuri abilitati PAS). Sembra un incubo, un eterno ritorno dell’uguale, una scalata in cui non si vede mai la vetta, avvolta da una nebbia minacciosa, una presa in giro in cui lo Stato sembra dire agli abilitati TFA: “Bravi, avete dimostrato di valere, superando il TFA con tre prove di accesso, ma si trattava solo di una finzione, di una simulazione. Ora rimettiamo in gioco tutti quanti alla pari, voi e chi non ha mai superato una prova selettiva, obbligandovi a ripetere ciò che avete già fatto se volete il posto a tempo indeterminato!”. Sia ben chiaro, gli abilitati TFA non intendono sottostare a questa presa in giro e vogliono risvegliarsi a tutti i costi da quest’incubo, perciò non solo non accetteranno mai questa riforma e la combatteranno senza tregua, ma continueranno altresì a richiedere di poter accedere, come in passato, al doppio canale di reclutamento, da un lato tramite l’inserimento nella IV fascia delle graduatorie ad esaurimento ed il riconoscimento del valore concorsuale delle prove selettive già sostenute in entrata, dall’altro attraverso futuri concorsi che potranno servire ad accorciare l’attesa per l’immissione in ruolo, ma che non dovranno in alcun modo gravare sulle tasche già alleggerite dei tieffini, né configurarsi come una ripetizione paradossale di quel concorso-corso già superato con merito.
Coordinamento dei docenti abilitati con TFA

Emendamenti, OdG e discussione sul Decreto Istruzione: cosa sta succedendo in Parlamento?

Pubblichiamo il comunicato del Gruppo Nazionale TFA Ordinario:

Gentilissimi colleghi e lettori,

considerate le numerose relazioni intercorse tra il gruppo di coordinamento ed alcuni onorevoli che ci hanno sostenuto, considerato le numerose azioni svolte per sensibilizzare il Governo e le amministrazioni verso il paradossale caso del Tfa Ordinario, dei colleghi di Sfp e dei colleghi in attesa del ll ciclo Tfa, esprimiamo le seguenti considerazione sulle attività parlamentari relative al futuro professionale di oltre 60mila docenti abilitati/abilitandi attraverso canali selettivi con numeri programmati su fabbisogno.

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– Mostriamo soddisfazione e fiducia per l’accoglimento come OdG con formula di raccomandazione (quindi senza impegno vincolante da parte del Governo a tradurli in atti normativi) dei testi:

1) A/071 Rigoni (PD), che impegna il Governo ad intervenire per attribuire valore concorsuale al titolo di abilitazione TFA e provvedere all’inserimento degli abilitati TFA in terza fascia GaE;

2) A/012 Locatelli (PSI) che impegna il Governo ad inserire gli abilitati TFA, gli iscritti in SFP e gli idonei del concorso 2012 nella quarta fascia GaE;

Per quanto riguarda gli OdG accolti con parere favorevole (vincolano il Governo a darne attuazione tramite atti aventi forza di legge, emendamenti o atti ministeriali), in riferimento a:

a) a/067 Coscia (PD) che impegna il Governo a proporre una riforma organica del reclutamento che tuteli con equilibrio le varie categorie di abilitati, nel rispetto del principio del merito, e che contempli la forma del corso-concorso;

– ci sembra che il Governo prediligga la soluzione della riforma del reclutamento rispetto alle altre proposte formulate (in quanto accolta come odg e non come raccomandazione come le altre) e che tale proposta si configurerebbe, seppur nel rispetto puramente verbale del merito, in un corso-concorso dalle caratteristiche fumose. Vorremmo ricordare all’on. Coscia, la quale durante le dichiarazioni di voto finale si augurava di calibrare il reclutamento sulla base del fabbisogno di personale, che il TFA si configura come un concorso-corso, la cui selezione soddisfaceva proprio tale requisito. Va inoltre fatto presente come nel testo dell’Odg A/067 continui a persistere il pregiudizio che distingue il percorso Tfa come canale rivolto ai neo-laureati (età media dei vincitori 37/38 anni da fonti statistiche Cineca) e il Pas agli insegnanti con servizio.

In realtà il Tfa Ordinario era rivolto ad ogni aspirante, il servizio era valutato dopo le tre prove selettive, quindi chi non è entrato non ha superato le selezioni in ottemperanza ai criteri selettivi previsti.

Troviamo a riguardo significativa l’implicita conferma della volontà di bandire un secondo ciclo Tfa Ordinario per 20mila aspiranti selezionati su fabbisogno. Auspichiamo che esso sia avviato in contemporanea con i facilitati percorsi Pas.

Esprimiamo apertura per gli altri odg:

b) a/086 Petrenga (PDL) finalizzato a semplificare e accelerare le procedure per l’attivazione dei percorsi TFA e di specializzazione sostegno;

d) A/084 Palmieri/Centemero (PDL) che impegna il Governo a risolvere la questione dei congelati SSIS.

Per quanto riguarda:

c) A/087 Lainati (PDL) che impegna il Governo a indire concorsi a cadenza biennale per il reclutamento dei docenti;

-in riferimento alla maggior stabilità professionale che intravvediamo nelle proposte dell’ on. Rigoni e on. Locatelli, la proposta Lainati ci pare una soluzione poco rassicurante: dopo averci umiliato durante quest’anno in veste di abilitati superati dai non abilitati
nell’assegnazione delle supplenze (smentendo la nota ministeriale 839/13 del 10 aprile), non ci sembra dignitoso attendere un ipotetico concorso, senza certezza su date e modalità di svolgimento, soprattutto alla luce delle riflessioni negative rilasciate dal Ministro sull’insuccesso dell’ultimo.

In relazione alle proposte eterogenee, e in parte contraddittorie, risponderemo con una fervida attività di controllo sulle scelte governative, di informazione, di mediazione politica, di mobilitazione per una prossima manifestazione. L’obiettivo è indurre le istituzioni a tradurre in legge le raccomandazioni per l’inserimento di soli abilitati TFA e Sfp in lll o lV fascia GaE , anche tramite una nuova proposta emendativa nella Legge di stabilità.

Gruppo Nazionale Difesa Diritti Tfa Ordinario
Prof. Edoardo Ricci
Prof.ssa Arianna Paola Cipriani

Niente più concorsi?!?

Ai microfoni di Skuola.net il ministro Carrozza risponde ad alcune domande sul reclutamento degli insegnanti: un problema sentito in prima persona dagli studenti stessi. A sorpresa, tradendo le promesse di Profumo di un concorso a cui i primi abilitati del TFA avrebbero potuto partecipare, dal minuto 12:20 in poi, parlando del TFA, afferma: “Abbiamo sperimentato che i mega concorsi nazionali non funzionano più”.
Quale speranza dunque per chi, come noi, ha superato prove e dure selezioni e ora si vede senza possibilità di lavoro, né di entrare i Gae e da oggi neppure il pallido sogno di vincere un concorso?

PAS: pubblicato il prospetto delle domande inviate per regione e classe. Assalto al nord, classi congestionate e condanna alla disoccupazione per i tieffini ordinari

cappioIl MIUR ha pubblicato il prospetto delle domande inoltrate dagli aspiranti passini diviso per regione e classe di concorso. In particolare al nord le classi risultano congestionate da un numero di richieste anche 20 volte superiore ai posti riservati l’anno precedente ai TFA e calcolati sul reale fabbisogno. Una condanna definitiva non semplicemente al precariato (destino riservati ai “passini” e generato da queste sanatorie indiscriminate) ma proprio alla disoccupazione per chi invece l’anno precendete ha superato un duro iter concorsuale per accedere ai pochi posti messi a disposizione (ma con la promessa, all’epoca, che sarebbe stata garanzia di una concreta possibilità di lavoro nel mondo della scuola perchè accuratamente pensati in base alle reali necessità del sistema scolastico).

Oggi più che mai i tieffini (che attualmente NON possono spendere il titolo duramente acquisito a causa del blocco delle graduatorie) necessitano di una DIFFERENZIAZIONE netta da chi ha semplicemente approfittato di una sanatoria non riuscendo a superare i test precedenti e che, grazie solo all’anzianità di servizio, supererà sistematicamente gli abilitati attraverso il TFA ordinario. Questa sarà anche una delle principali rivendicazioni durante la manifestazione del 26 settembre a Roma.

Prospetto delle domande divise per classe e regione

SECONDA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI TIEFFINI A ROMA GIOVEDI’ 26 SETTEMBRE

In seguito alle promesse di dialogo disattese da parte del MIUR riguardo la delicata situazione in cui versano le migliaia di abilitati mediante TFA (Tirocinio Formativo Attivo), agli inspiegabili ritardi che denunciano chiaramente la mancanza di volontà nel valorizzare e legittimare adeguatamente il suddetto percorso formativo e selettivo, nonché alla luce dei primi preoccupanti comunicati sindacali inerenti l’incontro tenutosi oggi al Ministero sui PAS (Percorsi Abilitanti Speciali), il Coordinamento Nazionale dei docenti e degli studenti di TFA organizza per la giornata di giovedì 26 settembre 2013 una nuova manifestazione a Roma.
Invitiamo a partecipare tutti gli abilitati tramite TFA Ordinario, i neo-laureati e gli studenti di Scienze della Formazione Primaria, gli organi di stampa locali e nazionali, le organizzazioni di qualsiasi natura, i docenti universitari e delle scuole di ogni ordine e grado, le famiglie ed i privati cittadini che riconoscono nel merito uno dei valori fondanti della Repubblica ed hanno a cuore il destino dei propri figli.
Pare, infatti, da indiscrezioni trapelate sull’incontro del 13 settembre tra il Capo dipartimento dott. Chiappetta, le organizzazioni sindacali e la delegazione rappresentativa dei PAS, che il Ministero si appresti a varare un provvedimento per il TFA ordinario, che intenda conferire agli abilitati con TFA una priorità nell’assegnazione delle supplenze temporanee a partire da gennaio-febbraio in poi!
Tale soluzione non solo risulterebbe essere una vera e propria presa in giro nei nostri confronti, ma non farebbe altro che delineare i contorni reali della strategia che soggiace alla linea politica di questo Ministero: dopo aver assicurato gli incarichi annuali ai non abilitati e futuri PAS, intenderebbe infatti intercettare i consensi elettorali dei tieffini attraverso un contentino di facciata, un decreto-farsa, magari sbandierato ai quattro venti come un intervento a favore del merito, che non cambierebbe in alcun modo il destino lavorativo dei tanti giovani e meno giovani docenti abilitati con merito, condannati perlopiù ad un anno di disoccupazione o di spezzoni umilianti.
E’ arrivato il momento di far sentire la nostra voce in maniera ancora più forte e decisa, affinché le prevaricazioni e i soprusi subiti fino a questo momento possano essere denunciati sulla pubblica piazza e si possa adeguatamente informare l’opinione pubblica sulle scriteriate politiche scolastiche assunte dal Ministero della Pubblica Istruzione, soggiacenti agli interessi sindacali finalizzati esclusivamente a tutelare il personale non abilitato; politiche che privano i docenti abilitati del diritto di accesso alle posizioni lavorative e privilegiano, così, la mera anzianità di servizio rispetto al valore imprescindibile del merito, ampiamente dimostrato dagli abilitati mediante TFA tramite il superamento di un percorso selettivo a numero chiuso.
I partecipanti contestano l’atteggiamento di assenteismo portato avanti dal presente dicastero, sordo e cieco di fronte ad una delle più grandi iniquità che il reclutamento alla professione docente abbia mai conosciuto (la sanatoria di periodo 1999-2013!), e pertanto si fanno promotori di una grande mobilitazione di massa, il cui obiettivo sarà quello di ottenere dal Ministero l’assunzione per iscritto di un impegno a varare entro inizio ottobre un provvedimento volto a sanare tali ingiustizie.
Con questa iniziativa si esprimerà, perciò, dissenso totale e perentorio di fronte a delle scelte ministeriali finalizzate al consenso elettorale e prive di qualsiasi sguardo prospettico sulla qualità della pubblica istruzione e del servizio educativo e didattico che formerà i cittadini di domani, e si chiederà la sottoscrizione e la divulgazione alla stampa di impegni chiari e precisi, volti ad assicurare OGGI un futuro lavorativo agli abilitati TFA e ai neo-laureati che attendono la continuazione di questa esperienza tramite il bando di un secondo ciclo.

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Roma 7 settembre, intervista a Gregorio Capuana ed Edoardo Ricci

Una delegazione di docenti abilitati TFA è stata ricevuta, durante la manifestazione di sabato 7 settembre svoltasi dinanzi al MIUR, dal Capo di Gabinetto dott. Luigi Fiorentino all’interno del suo ufficio personale. La delegazione, composta dai rappresentanti Gregorio Capuana, Arianna Cipriani e Edoardo Ricci, ha avuto modo di consegnare ed esporre al dott. Fiorentino il documento unitario.

Il 7 a Roma e a Gonzaga…

COMUNICATO UFFICIALE MANIFESTAZIONI

PER UNA SCUOLA MIGLIORE OCCORRONO DOCENTI SELEZIONATI E FORMATI
I gruppi di docenti abilitati “TFA ordinario, la protesta inizia il 15 luglio e continua il 7 settembre” e “Manifestazione a Roma Tieffini per inserimento in GaE” scendono in piazza sabato 7 settembre a Roma dalle ore 10 in poi, davanti alla sede del MIUR di viale Trastevere, e in contemporanea a Gonzaga (MN) con il sostegno del gruppo “Riconoscimento Diritti – Studenti TFA Ordinario”, in occasione della presenza del Ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza all’inaugurazione della Scuola Primaria “Don Milani”, per ottenere il riconoscimento del valore giuridico del titolo di abilitazione all’insegnamento conseguito tramite il percorso di formazione del TFA (Tirocinio Formativo Attivo).
Per conseguire tale titolo, infatti, i corsisti hanno dovuto superare tre impegnative prove di accesso (che hanno ridotto una platea di 150000 candidati a circa 11000 vincitori), frequentare numerosi corsi e laboratori e affrontare i relativi esami di scienze dell’educazione e di didattica disciplinare, svolgere 475 ore di tirocinio in classe (225 ore per chi già godeva di un servizio pari ad almeno 360 giorni, ossia due anni scolastici), sotto la supervisione di un docente accogliente e con valutazione di un tutor universitario, nonché superare un esame finale con discussione della relazione finale di tirocinio e progettazione di percorsi didattici inerenti le varie discipline.
L’abilitazione TFA avrebbe dovuto assicurare ai docenti neo-abilitati l’ingresso nella seconda fascia delle graduatorie di istituto (ai sensi del D.M. 81/13, art. 4, comma 27-bis) e ciò sarebbe dovuto avvenire entro l’avvio dell’anno scolastico 2013/14, in base alla nota ministeriale del 17 aprile 2013 che invitava le Università a concludere in tempo i corsi per permettere l’immediata fruibilità del titolo.
Allo stato attuale, invece, la normativa ministeriale ha teso ad ignorare tali diritti e a penalizzare il merito dimostrato dai docenti TFA, promuovendo al contempo un percorso abilitante speciale (PAS), che fornirà l’abilitazione a migliaia di insegnanti aventi almeno tre anni di servizio, senza alcuna prova di accesso che possa verificarne le conoscenze disciplinari in entrata e senza nemmeno testare la loro preparazione didattica in classe tramite le attività di tirocinio, per costoro NON previste.
Tale provvedimento, infatti, garantirà agli abilitati “speciali” lo stesso trattamento di chi ha superato tre dure prove selettive ed ha svolto un tirocinio supervisionato da personale docente di ruolo, assegnando loro la medesima seconda fascia delle graduatorie di istituto a partire dal 2014, nella quale, potendo vantare numerosi anni di servizio, si ritroveranno inevitabilmente in posizione più utile di molti abilitati TFA, ai quali risulta dunque essere negata già oggi, durante l’unico anno effettivamente a disposizione, la possibilità di utilizzare tale titolo ai fini di incarichi di docenza a tempo determinato.
In termini concreti risulta, di fatto, riservato un trattamento migliore a docenti non selezionati rispetto a docenti già abilitati previo iter concorsuale.
La normativa ministeriale, per l’appunto, ha anche privato il titolo di abilitazione TFA di quel valore concorsuale che era sempre spettato in passato agli abilitati dei nove cicli SSIS (le Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario, che rappresentavano i precedenti percorsi di formazione docenti in vigore fino al 2009, prima cioè dell’istituzione del TFA), negando perciò agli abilitati del TFA il diritto al reclutamento tramite l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento (GaE). Diritto che invece è stato riservato ai cosiddetti “congelati SSIS”, già iscritti con riserva nelle GaE dal 2009, i quali, avendo interrotto all’epoca il percorso formativo, hanno ottenuto il titolo durante quest’anno accademico, frequentando il medesimo TFA e superando gli stessi esami. Tale valore concorsuale, infatti, andrebbe riconosciuto all’abilitazione TFA sulla base delle selezioni iniziali; selezioni del tutto assenti, invece, nel percorso PAS.
Dopo aver manifestato il 15 luglio scorso di fronte alla sede del Ministero ed aver ottenuto un’audizione da parte del Ministro e dei principali dirigenti, dopo essere ritornati in piazza l’8 agosto dinanzi Montecitorio, riuscendo ad essere ricevuti da alcuni deputati della VII Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera, gli abilitati TFA hanno perciò deciso di portare avanti questa duplice iniziativa per sabato 7 settembre, a Roma e a Gonzaga, per chiedere al Ministro di riconoscere definitivamente il valore giuridico del titolo di abilitazione e il diritto ad ottenere una priorità nell’assegnazione degli incarichi e delle supplenze rispetto al personale non abilitato della terza fascia delle graduatorie d’istituto.
Azioni del Ministero volte ad ignorare le nostre istanze, qui di seguito maggiormente dettagliate, sarebbero una contraddizione nei termini e comporterebbero piogge di ricorsi dovuti alla presenza di personale non abilitato ancora in aula.
Riteniamo infatti essenziale, per assicurare un servizio scolastico ottimale, che gli utenti, famiglie e studenti, possano usufruire di un’offerta didattica proposta da un personale docente già formato e consapevole dei mezzi pedagogici utili alla costruzione delle competenze disciplinari e civiche necessarie alla crescita dei futuri cittadini della Repubblica.
Da quanto detto sinora, infine, scaturisce la necessità di rendere strutturale l’esperienza formativa e selettiva del percorso TFA, tramite l’immediato bando di un secondo ciclo che possa assicurare la continuità necessaria ad un progetto finalizzato a migliorare la qualità didattica della scuola italiana.

PROPOSTA DI INTEGRAZIONE AL DECRETO LEGGE SCUOLA
I docenti abilitati con TFA avanzano al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la seguente proposta di integrazione al testo del Decreto Legge sulla Scuola, avente la finalità di legittimare il diritto degli abilitati a godere di una priorità nell’assegnazione degli incarichi vacanti e delle supplenze temporanee rispetto ai non abilitati della terza fascia delle graduatorie di istituto già dal corrente anno scolastico.
Con il presente provvedimento si dispone:
a) la riapertura immediata della II fascia delle graduatorie d’istituto e l’inserimento in essa dei docenti abilitati tramite il Tirocinio Formativo Attivo , con la conseguente formulazione di contratti di supplenza “fino ad avente diritto” nel periodo necessario all’aggiornamento e all’inserimento degli abilitati TFA, in modo da procedere successivamente alle assegnazioni definitive sulla base delle nuove graduatorie stilate;
b) ovvero l’approvazione di una norma transitoria “Salva-TFA”, da applicare nel caso in cui i tempi e le modalità di riapertura delle graduatorie di istituto non fossero perseguibili in tempi utili al conferimento delle supplenze. In tal caso la norma disporrebbe la costituzione di elenchi provinciali di abilitati con TFA, gestiti dai singoli Uffici Scolastici Provinciali (USP), ai quali ricorrere in via prioritaria dopo le nomine da II fascia di GI e prima di ricorrere al personale non abilitato della terza fascia.
GRUPPI FACEBOOK DI DOCENTI ABILITATI TFA
TFA Ordinario, la protesta inizia il 15 luglio e continua il 7 settembre
Manifestazione a Roma Tieffini per inserimento in GaE
Riconoscimento diritti – Studenti TFA Ordinario

Manifestazione dei docenti abilitati TFA del 7 settembre a Roma

la_carrozza_non_riconosce_il_meritoIl raduno è previsto per le ore 10 di sabato 7 settembre in LARGO BERNARDINO DA FELTRE, nei pressi della sede del MIUR di viale Trastevere. La manifestazione avrà inizio alle ore 10 e avrà come finalità quella di consegnare al Ministro o, in sua assenza, al capo dipartimento Chiappetta o al Capo gabinetto Fiorentino, una proposta di integrazione al Decreto Legge Scuola, che verrà emanato dal Consiglio dei Ministri il 9 settembre, con la quale si potrebbe disporre l’assegnazione prioritaria di incarichi annuali e di supplenze temporanee agli abilitati TFA, prima di ricorrere alla terza fascia di GI.

Pagina dell’evento su FB

Per informazioni :
cell. 3312450671 GREGORIO CAPUANA; 3206034488 EDOARDO RICCI o scirvere a: tfa_ordinario_italia@libero.it

Pubblichiamo inoltre il comunicato stampa dei gruppi promotori:

COMUNICATO STAMPA MANIFESTAZIONE 7 SETTEMBRE 2013

I gruppi Facebook di docenti abilitati “TFA ordinario, la protesta inizia il 15 luglio e continua il 7 settembre” e “Manifestazione a Roma Tieffini per inserimento in GaE” avvertono tutti i partecipanti che sabato 7 settembre la manifestazione si terrà tra la sede del MIUR di viale Trastevere e Largo Bernardino da Feltre a partire dalle ore 10, poiché, causa viabilità, non sono stati accordati i permessi per il corteo. Con il presente comunicato, inoltre, i coordinamenti dei gruppi di tieffini avanzano al Ministro Carrozza la richiesta formale di ricevimento di una delegazione in occasione della suddetta manifestazione. Riteniamo infatti doveroso, da parte del Ministro stesso, ascoltare la nostra istanza finalizzata a proporre un provvedimento d’urgenza che, qualora fosse inserito in tempo per l’approvazione del Decreto Legge sulla Scuola, la cui emanazione da parte del Consiglio dei Ministri dovrebbe avvenire con tutta probabilità lunedì 9 settembre, potrebbe disporre l’assegnazione prioritaria degli incarichi annuali vacanti e delle supplenze temporanee ai docenti abilitati con il TFA, prima di ricorrere alle chiamate e alle nomine dalla terza fascia delle Graduatorie di istituto. Il provvedimento che verrà sottoposto all’attenzione del Ministro, difatti, conterrà:

a) la richiesta immediata di riapertura della II fascia delle graduatorie d’istituto, con formulazione di contratti di supplenza “fino ad avente diritto” nel periodo necessario all’aggiornamento e all’inserimento degli abilitati TFA, per poi procedere in seguito alle assegnazioni definitive sulla base delle nuove graduatorie;

b) l’opzione di una norma transitoria “Salva-TFA”, da applicare nel caso in cui i tempi e le modalità di riapertura delle graduatorie di istituto non fossero perseguibili in tempi utili al conferimento delle supplenze. In tal caso verrebbe contemplata la possibilità di stilare elenchi provinciali di abilitati con TFA, gestiti dai singoli Uffici scolastici provinciali, ai quali ricorrere in via prioritaria dopo le nomine da II fascia di GI e prima di quelle da terza fascia.

Invitiamo perciò tutti i tieffini a confluire in quest’onda di protesta costruttiva, dalla quale potrà dipendere non solo il nostro futuro lavorativo e professionale, ma soprattutto l’orizzonte di una rivalutazione qualitativa dell’offerta formativa e didattica, di cui la scuola contemporanea ha disperatamente bisogno per tornare ad essere la principale agenzia culturale della nostra Repubblica.

Blog:

http://manifestazione7settembre.blogspot.it/2013/07/informazioni-per-la-manifestazione-del.html

Lettera a studenti e genitori

Riportiamo la lettera inviata dagli abilitati TFA del Veneto a studenti e genitori

VOLETE DOCENTI SELEZIONATI E FORMATI? NON QUEST’ANNO, GRAZIE

Cari genitori e studenti,

il nuovo anno scolastico sta per iniziare e alle incertezze di sempre si aggiunge una situazione paradossale, ingiusta per noi e lesiva per la qualità della scuola.

Dopo diversi anni durante i quali non erano stati attivati percorsi formativi e abilitanti alla professione di insegnante, finalmente nel giugno 2012 il Ministero dell’Istruzione ha istituito il TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO ORDINARIO (TFA). L’accesso a numero chiuso, calcolato sulla base del fabbisogno di ciascuna regione e concepito per una selezione meritocratica, prevedeva tre prove di disciplina, una nazionale e due di ateneo.

Dei 115.000 candidati che hanno partecipato alle selezioni per il TFA, solo una piccola parte è risultata idonea e di quella parte poi soltanto i primi 11.000 sono riusciti ad entrare (gli 11.000 con il punteggio più alto risultante dai punteggi ottenuti nelle singole prove, dai titoli-voto di laurea, dottorati, master- e dal servizio), ottenendo l’ammissione ai corsi di durata annuale presso le Università e al tirocinio presso gli Istituti scolastici.

All’ iter selettivo è seguito un percorso di formazione estremamente impegnativo e altamente professionalizzante, nel corso del quale abbiamo avuto modo di approfondire aspetti delle nostre discipline di insegnamento, di acquisire competenze pedagogiche e didattiche (con adeguata attenzione agli studenti con bisogni educativi speciali) e di essere valutati per il lavoro svolto in classe come insegnanti.

Sì, avete letto bene, siamo stati osservati e valutati nello svolgimento del nostro lavoro. Chi ha svolto l’intero percorso con un voto almeno di 70 /100 ha potuto ambire all’abilitazione. Molte delle persone abilitate grazie a questo percorso formativo tuttavia non entreranno in classe se non nel 2014, altre ancora, non potendo aggiornare il loro punteggio, di fatto non godranno di quella priorità che spetta loro di diritto rispetto ai non abilitati. Il diritto degli studenti ad essere formati ed educati da personale abilitato attraverso un percorso selettivo come le vecchie Scuole abilitative o i recenti TFA Ordinari non verrà tenuto in considerazione.

Cosa impedisce al Ministro di emanare un decreto che permetta a noi di aggiornare la nostra posizione e alle scuole di dare la precedenza a noi abilitati rispetto ai colleghi non abilitati nelle graduatorie di istituto?

Fra poco verrà avviato un Percorso abilitativo Speciale. Unico requisito per entrare: avere 3 anni di sevizio, di cui almeno uno nella materia in cui ci si vuole abilitare. Non importa come le persone abbiamo lavorato in quei 3 anni o più. Nessuno controllerà ciò che è stato fatto e come, nessuno entrerà nelle loro classi come è accaduto a noi, per valutare le competenze didattiche, pedagogiche e disciplinari. L’abilitazione verrà ottenuta al conseguimento di una votazione minima di 60/100( e non 70/100 come nel nostro caso). Nessun numero chiuso (per noi sì invece), nessuna selezione iniziale (per noi è stata tripla). Il Ministero ha per anni sfruttato il precariato perché costava meno. Ora ha tirato troppo la corda e per evitare ricorsi per la mancata applicazione della stabilizzazione dopo 3 contratti annuali a tempo determinato tira fuori dal cappello i Percorsi Abilitativi Speciali attraverso i quali i precari che non hanno partecipato o non hanno superato le prove del tfa ordinario potranno comunque ambire all’abilitazione. La storia è quella del bastone e della carota solo che invece di dare bastone e carota alle stesse persone, per noi abilitati del Tfa Ordinario…solo bastone. Per gli studenti che ambiscono ad avere personale selezionato e formato…bastone. Per i genitori che pagano le tasse nella speranza di un qualche riscontro… bastone pure a loro.

Con questo non vogliamo dire che chi non ha superato la selezione o non si sia presentato in attesa dei percorsi speciali non possa essere un buon insegnante, ma solo che le sue competenze non verranno controllate come nel nostro caso e che nessuno si prenderà la briga di valutare ciò che effettivamente fanno dentro le loro classi, quando tutti sappiamo che se i muri potessero parlare avrebbero sicuramente da raccontarci qualcosa di interessante. Ed è per aspettare che anche questi colleghi si abilitino che dobbiamo aspettare. Noi e voi.

Nonostante il Ministero dell’Istruzione avesse parlato dell’aggiornamento delle graduatorie d’istituto per noi abilitati attraverso il TFA Ordinario, molti di noi dovranno starsene a casa o essere chiamati, in alcuni casi, DOPO i colleghi non abilitati.

Se avete letto fino a qui vi ringraziamo, sappiamo che in questa situazione in cui i problemi sono tantinon sempre si ha la forza o i tempo di poter seguire queste questioni che però sono di vitale importanza per la formazione delle nuove generazioni.

In conclusione approfittiamo di questa occasione per sfatare un mito legato alle persone che come noi hanno superato la selezione. Molti vogliono far credere che i neo-abilitati attraverso il TFA Ordinario siano soprattutto neolaureati di primo pelo che non hanno mai messo piede in classe, mentre la realtà delle cose è che l’età media degli abilitati di questo TFA è di 37/38 anni. Si tratta cioè nella maggior parte dei casi di insegnanti con esperienza sul campo, che lavorano già da diversi anni e che a differenza di altri colleghi, anch’essi precari, si sono sottoposti ad una selezione e l’hanno superata.

Per aggiornare il nostro punteggio, lo ripetiamo, è sufficiente un decreto ministeriale del Ministro dell’Istruzione Carrozza (il Ministro emana il decreto e in una settimana le graduatorie delle scuole vengono aggiornate). Ma per il momento il Ministro sembra più impegnato a garantire l’avvio dei Percorsi Abilitativi Speciali piuttosto che a garantire agli studenti di essere seguiti da personale selezionato e appositamente formato.

Cosa possono fare i genitori e gli alunni? Ribellarsi!

Pretendere che venga garantito sin da quest’ anno un organico che includa gli insegnanti abilitati attraverso i TFA ordinari (attribuendo loro la priorità rispetto ai non abilitati).

La richiesta può essere inoltrata individualmente o attraverso i propri rappresentanti direttamente al Ministro Carrozza: carrozza_m@camera.it, al Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Galan: galan_g@camera.it e facendo pressione sulle istituzioni regionali: Giunta regionale, Uffici Scolastici Regionali. Spingendo i Comitati Genitori e Studenteschi a far sentire la propria voce.

Noi faremo sentire la nostra partecipando alla manifestazione del 7 settembre a Roma indetta da diversi gruppi di coordinamento degli abilitati con Tfa Ordinario, gruppi con i quali condividiamo la battaglia per una scuola che crede nella selezione e nella formazione del personale educativo e non nelle politica delle sanatorie più spregiudicate.

Ma prima di andare a Roma volevamo raccontarvi questa favola del Re Nudo. Tutti vedono che la scuola è in mutande e nessuno dice niente. Beh…è ora che genitori e alunni comincino a dire la loro.

Quest’anno, citando un articolo apparso sul Fatto Quotidiano, non preoccupatevi di astucci e zainetti, preoccupatevi degli insegnanti che i vostri alunni hanno e avranno in classe. Pretendete, questo lo aggiungiamo noi, che la selezione degli insegnanti come quella degli alunni sia basata sul merito.

Venezia lì, 29/08/2013

Abilitati Tfa Ordinario 1 Ciclo del Veneto

https://www.facebook.com/groups/1387520031473051/

(gruppo fb che riunisce i rappresentanti o delegati di varie cdc dei tfa ordinari svoltisi negli atenei veneti)

I paradossi del nuovo anno scolastico

Fervono i preparativi per la manifestazione del 7 settembre a Roma che vedrà la partecipazione di tieffini da tutta Italia. Chi ha seguito le vicende legate al reclutamento degli insegnanti conosce l’ingiusta condizione di chi, più di un anno fa, ha superato le dure selezioni e frequentato l’impegnativo percorso dei TFA. Ora, pur con la sudata abilitazione in mano e 3.000€ in meno,  questi “meritevoli più o meno giovani” si trovano a casa, senza lavoro, mentre un nuovo anno scolastico inizia e vengono chiamati, al posto loro, laureati senza abilitazione: gli stessi che non sono riusciti a passare le selezioni del TFA (e prima ancora della SISS). Anni di gestazione per questo percorso ma non si è riusciti a fare una cosa semplice come la riaprertura delle graduatorie o l’inserimento in una fascia speciale…ma quante cose il ministero è invece riuscito a fare per i pas-ex tfa speciali? Ha realizzato una vera e propria autostrada per una sanatoria indiscriminata che rende inutile tutti i percorsi di selezione meritrocratica  basati sulle effettive necessità del sistema scolastico.  Via via anche tutte le minime misure di contenimento (selezione per scaglionamento nei tre anni, tre anni di servizio specifico…) sono andate a cadere e basta aver lavorato un solo anno (anche quello appena trascorso) sulla specifica classe di concorso (più due in altre classi) per vedersi regalato lo stesso titolo ma frequentando meno (solo il sabato) e probabilmente pagando meno (magari con le borse di studio che a noi sono state incostituzionalmente negate). Ultima ciliegina? La proroga dei termini per l’iscrizione (perchè si vuol abilitare anche il più distratto, anche chi ha preferito andare in vacanza staccando il telefono…).

E cosa succederà tra un anno? Alla riapertura delle graduatorie entreremo tutti appassionatamente in II fascia ma con una differenza: chi ha sgobbato studiando e passando le selezioni del TFA senza ricevere stipendi o borse di studio  ma pagando “profumatamente” i percorsi ordinari verrà sistematicamente superato dai “PAS” che passeranno davanti a tutti, grazie agli anni di anzianità di servizio (sarebbe più corretto a questo punto chiamarlo “pass”).

Studio, selezioni, speranze, soldi spesi e tutto per ricomporre esattamente la stessa situazione iniziale replicando l’ordine della III fascia nella II: ecco uno straordianario compiuto esempio della formula gattopardesca del “Tutto cambi affinchè nulla cambi”.

paradosso

Arrivano i corsi di specializzazione sul sostegno: e la beffa continua.

E’ uscito il Decreto Ministeriale 706/13 che definisce i posti disponibili per conseguire l’abilitazione sul sostegno. E si ricomincia! Ai neoabilitati si chiede di nuovo di sostenere prove per un numero ridicolo di posti a condizioni che fanno apparire i tempi della SSIS “una mitica età dell’oro”. In 11.000 a scannarsi per un’opportunità formativa che prima era giustamente considerata un diritto e una logica prosecuzione degli studi. Ovviamente diminuendo le opportunità di lavoro effettivo. Ovviamente applicando una curiosa distribuzione del fabbisogno che vede in Veneto solo 30 posti diponibili per la scuola secondaria superirore contro i 230 della Campania (200 solo all’Università “para-statale” Suor Orsola Benincasa).

Tieffini, amici miei….un altro, ben assestato, schiaffo! (Atto II°?)

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Articolo apparso su Il Fatto quotidiano del 13 agosto

Tfa, i vincitori del concorso abilitante esclusi da assunzioni e supplenze

Il Tirocinio formativo attivo ha creato 12mila nuovi docenti, a cui però non viene garantita l’immediata fruibilità del titolo: in attesa del concorso (non prima di 2 anni) non possono accedere alle graduatorie. Dove ci sono anche laureati non abilitati. Ma la protesta non è unitaria: un gruppo chiede la riapertura delle graduatorie ad esaurimento. Un altro risponde: “Sono pericolose, vogliamo concorsi regolari e intanto le supplenze”

di Lorenzo Vendemiale

Il_fatto_quotidiano_logo

Professori, finalmente. Ma senza una cattedra. E’ l’ennesimo paradosso della scuola italiana e riguarda i vincitori del Tirocinio formativo attivo (Tfa), il canale di abilitazione all’insegnamento creato dal Ministero dell’Istruzione in sostituzione delle vecchie Ssis. In settimana il ministro Carrozza ha annunciato la prossima attivazione di un secondo ciclo di Tfa da 29mila posti. Ma agli abilitati del primo non è ancora stata garantita l’immediata fruibilità del titolo conseguito.

Le prove si sono svolte nel 2012, il corso si è concluso a luglio (a parte l’eccezione di qualche regione, slittata a settembre), abilitando circa 12mila nuovi docenti. Ad attenderli, però, per il momento c’è solo la disoccupazione: i ‘tieffini’ sono stati esclusi dall’attuale meccanismo di reclutamento. Dal concorsone 2012, innanzitutto: le prove finali si sono tenute anch’esse nelle ultime settimane, le assunzioni non avverranno che a settembre. Ma il Ministero ha deciso di riservarlo agli abilitati entro il novembre 2012. Niente da fare, dunque, per i nuovi abilitati, per cui sarebbe stato possibile magari ipotizzare un’ammissione con riserva.

A scatenare le proteste, però, è soprattutto l’esclusione dalle tanto famigerate ‘graduatorie‘. Quelle ad ‘esaurimento” (le cosiddette GaE), che assegnano cattedre di ruolo, sono chiuse. Non per tutti, in realtà, visto che anche quest’anno qualcuno ci è entrato: i ‘congelati’ Ssis, ad esempio (come chi aveva vinto il concorso delle scuole di specializzazione mentre faceva un dottorato, e salvo poi trovare i corsi dismessi una volta concluso il contratto universitario: altra stortura tutta italiana); oppure gli abilitati in altri Paesi Ue. Ma per i ‘tieffini‘ non c’è posto: lo ha ribadito in settimana anche il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. “L’inclusione degli abilitati nelle graduatorie a esaurimento – ha affermato il Ministro – , oltre a non essere coerente con il sistema delineato (Tfa per l’abilitazione, concorsi per il reclutamento, nda), sarebbe contraria a precise disposizioni legislative, che a partire dal 2006 hanno ripetutamente disposto l’impossibilità di integrare le graduatorie”.

Stessa situazione per le graduatorie d’istituto (GI), che assegnano più modestamente le supplenze. Qui ci sono ‘vecchi’ abilitati, ma persino laureati fino al 2011 senza abilitazione (collocati in terza fascia). Non i tieffini, però, che pure un’abilitazione se la sono guadagnata superando un concorso a numero chiuso e con ben tre prove d’accesso e una d’uscita.

Niente cattedre né supplenze, dunque. Ai vincitori del primo Tfa non resta che mandare lettere di ‘messa a disposizione’, a cui difficilmente riceveranno risposta visto il numero esorbitante dei docenti inseriti in graduatoria. O, ultima spiaggia, rivolgersi alle scuole paritarie. Dove spesso (soprattutto al Sud) si insegna per pura vocazione. Ovvero gratis.

Le richieste dei tieffini sono diverse, la protesta non è unitaria. Un gruppo chiede la riapertura delle graduatorie a esaurimento. “O vengono abolite completamente, oppure non ci devono essere discriminazioni“, spiega uno dei coordinatori del fronte, Edoardo Ricci. “I concorsi sono la soluzione migliore, ma non ci fidiamo del governo quando dice che presto ne verrà bandito uno nuovo: ricordo che l’ultimo, prima del 2012, era stato nel ’99″. Domenico Prellino, invece, – responsabile del “Coordinamento Collettivo Studenti TFA Ordinario” – propone l’inserimento nelle graduatorie d’istituto: “Le graduatorie ad esaurimento sono pericolose, perché la storia ci insegna che sono un pretesto per non bandire concorsi a cadenza regolare, l’unica vera via per la meritocrazia, e stabilizzare gli abilitati con percorsi riservati. In attesa di ciò, però, almeno ci venga data la possibilità di fare supplenze“. Tutti, comunque, chiedono uno spiraglio, una prospettiva. Le iniziative sono tante, tra manifestazioni in piazza, interrogazioni parlamentari e l’idea di proporre a settembre un emendamento al decreto D’Alia sulla pubblica amministrazione. Se nessuna andrà in porto, però, ai tieffini non resterà che aspettare.

Per quanto, non si sa di preciso. Almeno un anno, visto che solo a luglio 2014 è prevista la riapertura delle graduatorie d’istituto. Per il concorso, invece, difficilmente se ne parlerà prima del 2015: il tempo necessario ad assorbire gli 11.542 posti messi in palio dal concorsone 2012. E nel mentre – come beffa ulteriore – i Pas (noti in precedenza come Tfa speciali) potrebbero abilitare, senza alcuna prova selettiva d’accesso, altri 100mila docenti. Da cui la maggior parte dei tieffini ordinari si vedrebbe superata in graduatoria in virtù della minor anzianità di servizio. Ma questa è un’altra storia ancora.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/13/tfa/682423/

Resoconto del sit-in dell’8 agosto

Inoltriamo il comunicato stampa relativo al resoconto del sit-in dell’8 agosto del gruppo Manifestazione a Roma Tieffini x inserimento in GaE“:

la_carrozza_non_riconosce_il_meritoAlle ore 15:30 di giovedì 8 agosto una delegazione di docenti abilitati del TFA, venuti in Piazza Monte Citorio in un centinaio per il sit-in, è stata ricevuta a colloquio da 11 membri della VII Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati. All’incontro erano presenti: gli onorevoli Coscia e Ascani del PD, Centemero (PDL), Gallo, Marzana, Chimienti e Brescia (M5S), Santerini (Scelta Civica), Giordano e Costantino (SEL), Di Lello (Gruppo Misto PSI). La delegazione di tieffini ha potuto esporre il contenuto della risoluzione atta a riconoscere il valore concorsuale del titolo di abilitazione conseguito tramite il TFA, utile quindi all’immissione in ruolo per scorrimento tramite il canale delle GaE. È stata sottoposta all’attenzione della Commissione, infatti, la validità e la qualità di un percorso formativo che ha contemplato, come suo carattere distintivo, la valutazione delle pratiche didattiche durante il tirocinio svolto in classe e valutato da tutor disciplinari selezionati dalle università. Si è pertanto chiesto di rispettare la Direttiva comunitaria 36/2005 che sancisce l’equipollenza dei titoli di abilitazione conseguiti nei Paesi UE, ponendo fine alla discriminazione perpetrata dal D.M. 572/13 con l’integrazione di altre figure professionali aventi un titolo in tutto e per tutto equivalente (Riservisti congelati SSIS e Abilitati UE) ed equiparando, quindi, tali posizioni giuridiche nel riconoscimento di quel medesimo valore concorsuale che permette l’assunzione in ruolo ai sensi dell’art. 97 della Costituzione.

Per quanto concerne la distinzione tra i percorsi TFA e PAS, la delegazione ha avuto modo di illustrare le differenze sostanziali che potrebbero e dovrebbero scaturire da un’attribuzione del valore concorsuale sia per quanto concerne la prova di esame finale, che nel caso dei TFA ha contemplato anche la discussione di una relazione conclusiva sull’esperienza di tirocinio, mentre per i PAS, essendo esentati dalla pratica di tirocinio, sarà necessariamente di natura diversa, sia, e soprattutto, per quanto riguarda le prove selettive di accesso. Tale differenza, si è perciò concluso, andrebbe tradotta in termini di distinzione di graduatoria o perlomeno di fascia, riconoscendo quel criterio meritocratico che già alcune sentenze del TAR hanno affermato di recente. La delegazione ha poi sollecitato la Commissione ad indirizzare il Governo verso una decretazione d’urgenza, che permetta, tramite l’istituzione di elenchi prioritari provinciali gestiti dagli USP (sul modello strutturale dell’ex ’salva precari’), di assegnare le eventuali cattedre vacanti e le supplenze temporanee in via prioritaria agli abilitati del TFA, in modo da riconoscere il diritto alla fruibilità immediata del titolo, prima di ricorrere alle chiamate dalla terza fascia delle GI.

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Sit-in a Roma per la prossima settimana

Inoltriamo il comunicato: Il Gruppo Facebook Manifestazione a Roma Tieffini per inserimento in GaE, composto da oltre 3000 docenti abilitati del TFA, ha ottenuto un importante risultato, in questi ultimi giorni, con la deposizione del testo di risoluzione e della richiesta di audizione presso la VII Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati. Conoscendo i tempi lunghi di calendarizzazione, e considerate le scadenze per l’assegnazione delle cattedre dell’organico di diritto e di fatto, il Coordinamento del Gruppo ha deciso di promuovere un nuovo sit-in davanti Montecitorio per sollecitare e richiedere l’audizione e l’approvazione della risoluzione che sanerebbe le ingiustizie subite sinora e consentirebbe la legittimazione concorsuale del titolo di abilitazione conseguito, dispiegando così come effetti l’inserimento nelle GaE e nella prima o seconda fascia delle GI già a partire dal prossimo anno scolastico. La data del sit-in dipenderà dalle prossime convocazioni della Commissione, che a giorni verranno diffuse, e si dovrebbe tenere plausibilmente nella settimana che inizia lunedì 5 agosto ed entro venerdì 9. Ai fini di una buona riuscita dell’evento, il Gruppo sta raccogliendo adesioni volontarie di colleghi che vogliano impegnarsi nell’organizzazione e nella gestione dei contatti a livello territoriale, universitario o anche di classe di concorso. Per chi fosse interessato: 1) a gestire i contatti a livello territoriale con i colleghi di università o di C.d.C. può rivolgersi agli amministratori Nunzia Capasso, Luigi Fusco e Arianna Cipriani; 2) a promuovere sui mass media e sul web l’iniziativa può mettersi in comunicazione con Edoardo Ricci, Marco Mannetta e Marcello Sansone 3) a preparare materiali, striscioni, coreografie e slogan per il sit-in può sentire l’amministratrice Milena Reccia; 4) a incrementare l’attività di comunicazione email con i contatti politico-istituzionali può cooperare con Edoardo Ricci, Giovanni Fazio e Luigi Fusco. Gli effetti che potrà generare un’iniziativa del genere saranno il frutto del contributo e della determinazione di tutti, quindi profondiamo le nostre energie senza tregua in questa manifestazione, che sarà decisiva per il nostro prossimo destino.

Per conoscere la data, i dettagli organizzativi e contattare gli organizzatori rinviamo al gruppo facebook:

Manifestazione a Roma tieffini x inserimento in GaE

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7 settembre manifestazione a Roma

Dopo il sit-in del 15 luglio i neoabilitati stanno organizzando una manifestazione a Roma per il 7 settembre.
Alcune delle richieste: accesso nella seconda fascia delle GI dall’anno scolastico 2013/2014, inizio del tavolo di discussione per la differenziazione del titolo, attivazione del secondo ciclo di TFA ordinario, possibilità di accedere ad esso per coloro che sono risultati al primo ciclo idonei vincitori in più classi di concorso.

Gruppo di coordinamento su Facebook

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L’Università si schiera con i neo abilitati: grave non aprire loro le graduatorie

Nel seguente articolo apparso sul Secolo XIX il Prorettore dell’Università di Genova prof.ssa Alda Maria Scopesi si schiera a favore del merito e dell’apertura delle graduatorie per l’inserimento dei nuovi abilitati.

Ricordiamo che allo stato attuale a settembre verranno chiamati ad insegnare laureati non abilitati dalla terza fascia delle graduatorie di istituto mentre i neoabilitati (a cui è impedito l’inserimento e quindi la possibilità di far valere il titolo appena acquisito) rimarranno a casa….

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Ecco il Decreto di attuazione dei PAS (ex TFA speciale)

Da oggi in Gazzetta Ufficiale il Decreto Direttore Generale n.58, che istituisce e regola l’attivazione dei PAS (ex Tfa speciali).  E differenza dei tfa ordinari la frequanza sarà prevaletemente il sabato (Art.6) ma l’ordine di priorità per la frequenza dei corsi sarà definito con successivo provvedimento.

Link al Decreto Direttore Generale n.58 del 25 luglio 2013

Uscita la nuova nota del MIUR

Il 17 aprile il MIUR ha diramato una nota alle Università dedicata ai TFA.

Punti salienti: obbligo di terminare il percorso entro la fine dell’anno (con aggiornamento sulle ore di tirocinio da svolgere e loro natura); conferma dell’avvio del secondo ciclo; delucidazioni sui casi particolari emersi per le classi di Russo, Cinese e Arabo.

Nota_1742013

Proteste dei Tieffini Trentini e primi risultati

protestetrentinoDopo la protesta  in piazza Dante davanti al palazzo della Provincia, i tieffini trentini hanno ottenuto dall’assessora provinciale all’Istruzione Marta Dalmaso due primi risultati:

1) L’ok all’ipotesi di un concorso specifico per le assunzioni a tempo determinato «Questo canale – secondo l’assessora – consentirà a tutti i docenti abilitati, anche a quelli abilitati tramite tirocinio formativo attivo, di concorrere all’assunzione di incarichi in una posizione più favorevole rispetto al solo inserimento nelle graduatorie di istituto».

2) Il riconoscimento di un congruo punteggio specifico per quei docenti che seguono il percorso dei tirocini formativi abilitanti (Tfa ordinari)

Articolo del Corriere delle Alpi

Ricorso al TAR dell’ ADI contro i TFA speciali

L’ADI (Associazione Docenti Italiani) sta organizzando un ricorso al TAR contro l’attivazione dei TFA speciali. Agli iscritti al TFA ordinario interessati a partecipare è richiesta l’adesione attraverso questo modulo e il solo costo di iscrizione all’associazione (100€). Di seguito l’appello:

PERCHE’ IL RICORSO AL TAR E’ INDISPENSABILE
MODALITA’ PER L’ADESIONE

LogoAdi_tondo100x100Al termine del lungo percorso che ha visto tantissimi corsisti del TFA ordinario coinvolti attivamente insieme all’ADi nella lunga battaglia per contrastare e bloccare il TFA speciale, oggi, con la pubblicazione di due dei tre decreti, la situazione rimane molto grave, per i seguenti motivi:

  1. L’accesso indiscriminato al TFA speciale con prova NON selettiva per 75.000 o 100.000 insegnanti (la prima cifra è del comunicato stampa del MIUR, la seconda dello stesso ministro Profumo) sconvolge qualsiasi prospettiva di lavoro e penalizza in modo pesantissimo i più giovani, anche se il percorso dello Speciale è stato reso un po’ più complesso.
  1. Le proposte, contenute nel 3° decreto, di dimezzare il punteggio per anno di servizio (da 12 punti a 6 punti) e di differenziare il punteggio dell’abilitazione (TFA ordinario 12 punti e TFA speciale 6 punti) devono ancora essere approvate dal Consiglio di Stato, ma anche se passeranno indenni, saranno senza ombra di dubbio impugnate dai corsisti del TFA speciale (e non solo) con ottime prospettive di vincere al TAR, come è stato con le graduatorie a pettine e tanti altri provvedimenti. E comunque costituirebbero solo un blando palliativo.

Tutto questo impone che ci si attrezzi subito nei confronti dell’unica strada che ci è, purtroppo, rimasta da praticare: il ricorso al TAR per l’annullamento del TFA speciale.

Le varie proposte che ci pervengono di nuovi aggiustamenti, che vanno da un’ulteriore maggiorazione del punteggio per il TFA ordinario, da due separate fasce, dall’inserimento in GAE del solo TFA ordinario ecc.., sono tutte pseudosoluzioni che da un lato verrebbero con successo impugnate dai corsisti del TFA speciale, e dall’altro contrasterebbero con il tentativo di introdurre il merito nella selezione degli insegnanti attraverso la periodicità biennale dei concorsi per l’immissione in ruolo, i soli che possono dare un giusto spazio al merito e alle giovani brave generazioni di insegnanti.

Ed ora le questioni organizzative.

L’ADi si avvarrà di un pool qualificato di avvocati.

Come tutti voi sapete, i ricorsi al TAR del Lazio hanno un costo estremamente elevato. L’ADi ha deciso di sostenere l’operazione. Ai corsisti viene richiesta solo l’iscrizione annuale all’ADi che, per i docenti non di ruolo, è di 100 euro, per norma regolamentare.

E’ solo evidente che dobbiamo poter contare su un numero consistente di adesioni per formalizzare tutta l’operazione. A questo fine vi chiediamo di indicare preventivamente la vostra disponibilità e il vostro impegno per il ricorso, confidando in un rapporto di reciproca fiducia.

La vostra adesione diventerà definitiva con la firma del mandato all’avvocato e l’iscrizione per un anno all’ADi.
Vi diremo a quel punto come e dove saranno raccolte le firme nelle varie regioni e come procedere per l’iscrizione all’Associazione.

Parola ai tieffini: Figli di un Dio minore

Domenico Prellino  per il Collettivo Nazionale Studenti TFA Ordinario

facebook-friendsApprendiamo che in data 26/03/2013 il Ministro Francesco Profumo ha ufficializzato le modifiche al Decreto Ministeriale 249/10 che regolamenta il reclutamento e la formazione degli aspiranti docenti privi di abilitazione alla professione.

Seppur delusi da un provvedimento che abbiamo sempre osteggiato con tutte le nostre forze, per le motivazioni esposte al seguente link riteniamo che ci sia stato quantomeno uno sforzo da parte del Ministero, forse in preda al più totale imbarazzo, di raggiungere una parvenza di equità attraverso delle “tutele”, già più volte indicate come “foglie di fico” da parte dell’opinione pubblica e dalle associazioni come ADI (Associazione Docenti Italiani) che ci sostengono da sempre sul territorio nazionale.

In particolare, l’introduzione di un test che certifichi le conoscenze di cultura generale e relative ad una lingua straniera, oltre che le capacità logiche degli aspiranti, in ogni caso ammessi al percorso riservato, si presenta GIUSTAMENTE come conditio sine qua non del tentativo, seppur blando, di legittimare questo percorso.
Percorso iniquo, tipico di un modus operandi ancora medievale, dove lo status acquisito per “anzianità” prevale sul merito inteso come valore fondante di una illuminata moderna cultura occidentale e stabilito tramite CONCORRENZA AD ARMI PARI.

Eppure, a causa di un percorso “riservato”, il percorso di TFA è stato ingiustamente forzato a divenire una involuzione: un giovane di talento soccombe non solo al meno giovane di talento, ma al più anziano MAI IDONEO a regolari selezioni.
Sorprende che un provvedimento di tale portata giunga da una legislatura “tecnica” a matrice liberale. Non smetteremo mai di chiederci le REALI motivazioni di questa che continuiamo, in linea con centinaia di docenti universitari, a ritenere una sanatoria lontana anni-luce dagli standard europei.

Tuttavia ancor di più crea sgomento la recrudescenza della contestazione sindacale per il fisiologico scaglionamento dello schiacciante contingente di condonati che distruggerà ogni tentativo di RECLUTAMENTO SOSTENIBILE, dal punto di vista numerico e finanziario, per i prossimi vent’anni; ci si aspettava forse che le università potessero accogliere in un colpo solo almeno 80000 aspiranti docenti?
Tra qualche anno il conto di questa scellerata manovra verrà presentato, come al solito, ai più giovani ed ai più meritevoli.

Si vuole ricordare l’assurda illogicità di questo arroccamento sindacale e si ricorda inoltre alle stesse corporazioni che il test NON SELETTIVO non prevede alcuna verifica sulle conoscenze di curriculo, date PARADOSSALMENTE per acquisite. Come se la garanzia del lavoro stesso ad essere svolto con qualità debba essere subordinata alla rivendicazione dei diritti di lavoratori sul cui operato non si è mai esercitato alcun controllo. Agghiacciante.

Non che si sia mai preteso dai sindacati un qualche sostegno agli studenti del TFA Ordinario, valutati tramite test ed ulteriori prove successive a numero di ingresso PROGRAMMATO; avremmo gridato al miracolo se ciò fosse avvenuto.
E quando le organizzazioni sindacali sostengono che il TFA Speciale non ha accontentato nessuno omettono che gli studenti del TFA Ordinario sono delusi non dai criteri con cui il percorso riservato è stato attuato e concepito, ma per il fatto stesso che sia stato attuato e concepito. E’ un concetto NETTAMENTE diverso.

A maggior ragione riteniamo che ci sia dovuto almeno un rispettoso silenzio non solo perché “lo stato di grazia” dei protetti è stato, in ogni caso, preservato, ma anche per il fatto di esserci sottoposti senza fiatare al reclutamento più cruento che la Pubblica Istruzione abbia mai attivato in termini di abilitazione alla professione. Chiediamo quello stesso assordante silenzio che le sigle sindacali hanno utilizzato nell’assenso al TFA Speciale mentre dei cittadini, tra luglio e dicembre 2012, venivano mandati al macero COLPEVOLI DI ONESTA’: si sottoponevano infatti a procedure concorsuali per ottenere una qualificazione professionale. Mentre a molti altri si prometteva sottobanco una facile scorciatoia.

Gli studenti del TFA Ordinario, i “figli di un Dio minore”, continuano ad avere di meno, pur avendo dimostrato di più e senza per questo avere percepito, PER SVARIATI ANNI, alcuna retribuzione o punteggio. In pochi continuano a difenderli.

Il vittimismo di chi deve semplicemente sottoporsi ad un test di scaglionamento ci sembra, a maggior ragione, semplicemente eccessivo.

Link al gruppo

Riconoscimento diritti – Studenti TFA Ordinario, 1430 iscritti

https://www.facebook.com/groups/132124833611690/

Articolo di Manuela Sammarco: Profumo, che delusione!

Su qdR apparso oggi un articolo di Manuela Sammarco sulla firma del decreto da parte del Ministro Profumo

Profumo, che delusione!

sammarcoSabato 24 marzo il ministro Profumo ha firmato il Decreto sul TFA speciale e ha così sancito, con l’avallo di Monti, la fine di ogni residua aspettativa riformista nei confronti del suo ministero. Di che parliamo? Di una storia spinosa ma paradigmatica della difficoltà estrema di affermare il cambiamento nella scuola italiana e della dimostrazione che tra l’annuncio riformista e la pratica riformista c’è il mare del conservatorismo.

TFA sta per Tirocinio Formativo Attivo ed è il nuovo percorso abilitante, che da quest’anno sostituisce le vecchie SSIS dopo un vuoto legislativo di cinque anni, per formare i nuovi insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori. Speciale sta per dedicato a coloro i quali non abbiano mai superato un concorso, una selezione, mai formati per la professione del docente, ma che lavorino, privi di abilitazione – i vostri figli, dovete saperlo, non sempre hanno insegnanti abilitati – da almeno tre anni nella scuola come supplenti temporanei. Per loro – le stime dicono 75.000 – da sabato è previsto un percorso riservato, privo di selezione iniziale, a partire dal prossimo anno. Il TFA speciale rappresenta la vittoria delle forze sindacali e ministeriali contro i difensori del merito e, banalmente, dei propri diritti, ovvero i corsisti del TFA ordinario, partito quest’anno. Questi sono 20.067 aspiranti insegnanti, un terzo di quelli speciali, che la scorsa estate hanno superato una difficilissima prova selettiva per accedere a questo corso. E che oggi si sentono beffati, ma sempre lucidi nelle loro richieste. Dalla loro parte, un fronte qualificato, composto dall’ADI, associazione dei docenti italiani, preoccupati per l’indebolimento della figura professionale del docente, insegnanti universitari, qualche politico illuminato.

Continua

Comunicato ADI: GENERATO IL MOSTRO – Il Ministro ha firmato il TFA speciale

Riportiamo il Comunicato stampa dell’ADI sulla firma del decreto

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GENERATO IL MOSTRO – Il Ministro ha firmato il TFA speciale

Di fronte alla firma del ministro sul TFA speciale c’è una sola domanda:

“Diventeremo mai un Paese normale?”

Un Paese che fa le leggi e le rispetta e non le deroga  prima ancora di  applicarle?

Quello che il ministro Profumo e tutto lo staff ministeriale hanno varato è un mostro che calpesta il merito e taglia le ali ai giovani.

Il solito inciucio politico-sindacal-burocratico che regge da sempre la scuola.

E sono anche riusciti a scontentare tutti. Un vero capolavoro.

Di fronte alla massiccia sollevazione dei corsisti del TFA ordinario e degli stessi docenti universitari che in 750 hanno sottoscritto un appello per fermare il TFA speciale, il MIUR ha tentato di mettere qualche foglia di fico sulle vergogne. Ma  le foglie di fico, si sa, non coprono le sconcezze, le mettono in risalto! E così è stato.

Avete mai sentito  di una prova nazionale di ammissione NON SELETTIVA, che ammette tutti anche con punteggio uguale a zero?  Ebbene sì, l’hanno decretata.

E il MIUR ci comunica che per sanare la carica dei 75.000  ci vorranno tre annualità, ciò significa che fino al 2015 avremo in moltissime discipline solo TFA speciali. Vorremmo anche capire quando si riuscirà a svolgere quello del 2012-2013, visto che il provvedimento sarà esecutivo verso la fine di aprile. Ma si sa, foglia di fico più, foglia di fico meno, il modo si troverà.

Noi vogliamo sperare in un sussulto d’orgoglio delle Università che si rifiutino di sottostare a questi provvedimenti e di penalizzare in questo modo i giovani.

In un Paese normale chi non  ha superato la prova di accesso al TFA ordinario, dovrebbe ripresentarsi al prossimo TFA. E magari dopo la seconda o terza prova sarebbe invitato a cambiare mestiere, anziché venire “sanato”. Questo nei Paesi normali.

Ma la storia non può finire qui. L’ADi sosterrà il ricorso al TAR e nell’interesse della scuola italiana interverrà essa stessa nel procedimento.

Comunicato stampa del MIUR: Firmato dal Ministro Profumo il Decreto sul Tfa speciale, tutte le indicazione sulla nuova sanatoria

Riportiamo integralmente il Comunicato stampa del MIUR del 24 marzo 2013

Firmato dal Ministro Profumo il Decreto sul Tfa speciale

E’ stato firmato dal Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo il Decreto rettificativo e integrativo del D.M. N.249/2010 che, oltre a prevedere nuovi criteri di programmazione del numero dei posti dei docenti abilitati necessari per il funzionamento del sistema formativo nazionale, ha affiancato al Tfa ordinario, percorsi abilitanti riservati (il cosiddetto TFA speciale), come misura transitoria limitata a tre annualità (2012-13, 2013-14 e 2014-15).

Il provvedimento, tanto atteso da numerosissimi docenti precari non abilitati ed in servizio da almeno 3 anni entro il periodo degli anni scolastici 1999-2000 e 2011-12 e il cui numero stimato è di circa 75.000, è stato completato. Per diventare efficace deve ora solamente essere registrato alla Corte dei Conti e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Come si svolge il Tfa speciale
Già nei prossimi giorni sarà avviata la programmazione di questi percorsi, che prevedono tre fasi, strettamente integrate tra loro, per acquisire l’abilitazione all’insegnamento nella scuola:

  • prova nazionale, tendente ad accertare le capacità logiche, di sintesi e linguistiche del candidato, il quale potrà conseguire un punteggio fino a 35 punti;

la graduatoria compilata sulla base dei punteggi conseguiti nella prova nazionale servirà anche a stabilire l’ordine delle ammissioni ai percorsi abilitanti riservati nelle singole università, che, visto il numero rilevante degli aventi diritto, specie per alcune classi di concorso più affollate, potranno prevedere più edizioni.

  • percorso universitario con insegnamenti in aula per un totale di 41 crediti formativi, con verifiche per ciascun insegnamento che – se superate – potranno far conseguire all’abilitando da 30 a 50 punti;
  • prova finale, che andrà ad accertare la preparazione professionale dell’abilitando e che sarà valutata con un punteggio fino a 15 punti.

Il titolo di abilitazione sarà dunque conseguito se il candidato avrà ottenuto un punteggio complessivo di almeno 60/100.
Questo percorso è stato regolamentato da un secondo decreto ministeriale, di rango giuridico inferiore al primo, ma contestualmente firmato dal Ministro Profumo.

Graduatorie di II° fascia di istituto
Con un terzo distinto provvedimento ministeriale si è provveduto altresì a rivedere la tabella di valutazione dei titoli culturali e di servizio validi per l’inserimento e l’aggiornamento delle graduatorie di II° fascia di istituto, adempimento previsto dalla normativa vigente ogni tre anni, con prossima scadenza nella primavera 2014.
Nella tabella vigente, in quanto preesistente al D.M.n.249/2010, non era infatti prevista la valutazione del titolo di abilitazione che sarà conseguito da quanti stanno frequentando il TFA ordinario, né tanto meno quello che sarà conseguito al termine del percorso abilitante speciale. Si è colmata quindi anche questa lacuna, disponendo una differenziazione di punteggi tra abilitazioni conseguite nei percorsi ordinari e riservati nel segno della continuità con il passato, che già riconosceva un diverso punteggio alle abilitazioni conseguite a seguito della frequenza dei corsi SISS e delle sessioni riservate, ed in ossequio alla osservazione posta dalla VII° Commissione della Camera dei deputati in sede di esplicitazione di parere sul testo del D.M. rettificativo del D.M.n.249/2010.

Nessuna sovrapposizione con chi sta frequentando il Tfa ordinario
Con la firma dei tre sopracitati decreti ministeriali si è dunque cercato di porre finalmente rimedio agli squilibri prodotti da una programmazione insufficiente per quanto riguardava il fabbisogno di abilitati, e che negli anni passati ha avuto l’effetto di produrre ingenti schiere di precari non abilitati in servizio nelle scuole statali e paritarie, anche per più anni. Al contempo – e da qui origina l’elaborata gestazione dei tre provvedimenti – per espressa volontà del Ministro si è inteso trovare un punto di equilibrio che tutelasse anche le posizioni acquisite e le aspettative di quanti, dopo aver superato una selezione a numero chiuso, stanno frequentando il TFA ordinario, che si snoda attraverso un più lungo percorso abilitante (60 Crediti Formativi Universitari).

ANFIS: richiesta l’ammissione con riserva alle graduatorie per gli abilitandi TFA ordinari

L’ANFIS, Associazione Nazionale dei Formatori Insegnanti Supervisori, provuome una perizione per permettere agli abilitandi iscritti ai TFA ordianari l’immissione con riserva alle gradiatorie.

Di seguito il link alla petizione e il testo:

Al Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca – MIUR Roma

Alla Dott.ssa Lucrezia Stellacci -Direttore Generale del Dipartimento per l’Istruzione – MIUR Roma

Al Dott. Luciano Chiappetta – Direttore Generale per il personale scolastico – Dipartimento per l’ Istruzione – MIUR Roma

———————————————————————————–

L’ANFIS, Associazione Nazionale dei Formatori Insegnanti Supervisori, (www.anfis.eu),

in considerazione

– delle gravi difficoltà che sta incontrando l’Amministrazione scolastica e l’Università per attivare nelle scuole, nell’ambito dei TFA, i periodi di tirocinio disciplinati dal DM 249/2010,

– dei prevedibili ritardi nel completamento dei suddetti percorsi,

e in vista dei conseguenti ritardi nei tempi di abilitazione dei corsisti iscritti al TFA,

chiede alle SS.VV. di prevedere e introdurre

negli atti normativi e dispositivi di selezione o di richiesta di inserimento in graduatorie di cui all’oggetto riservate a personale docente abilitato,

l’ammissione “con riserva” di tutti i candidati iscritti, nelle Università italiane, ai corsi di TFA ordinario, così come disciplinato dal D.M. 10 settembre 2010 n. 249.

L’istanza è motivata dal fatto che si considera estremamente ingiusto far ricadere sugli studenti iscritti ai TFA i danni derivanti dai gravissimi ritardi nell’organizzazione dei corsi e dei periodi di tirocinio, nella trasmissione delle informazioni e nel compimento degli atti che allo stato attuale impedirebbeo ai corsisti di poter concorrere alle procedure di selezione o inserimento alle quali avrebbero potuto accedere in assenza di detti ritardi.

La presente petizione è pubblicamente presentata dal legale rappresentante dell’ANFIS Riccardo Scaglioni, in data 20 marzo 2013, mediante il sito “firmiamo.it” per la raccolta di firme a cura dei sottoscrittori che intendessero aderire e sottoscrivere.

Scuola, niente abilitazione: mancano i soldi. La protesta dei tieffini di Genova

Servizio di Telenord

Video di Repubblica Tv

Scuola, niente abilitazione: mancano i soldi

“Tirocinio, conclusione Tfa”: è un grido di speranza quello dei duecento docenti del Tirocinio Formativo Attivo che temono di non riuscire a terminare il percorso formativo entro giugno, al termine dell’anno scolastico, per ottenere l’abilitazione all’insegnamento o essere inseriti nelle graduatorie di seconda fascia. Gli aspiranti professori avrebbero già dovuto iniziare la terza parte del tirocino, la parte pratica, circa 150 ore nelle scuole supportate dai tutor (i professori di ruolo che dovrebbero affiancarli) ma al momento è ancora tutto fermo. Il motivo? Il Miur, con una circolare del 28 febbraio, ha delegato all’Università di Genova e all’Ufficio Scolastico Regionale di far partire i tirocini ma i soldi per pagari i supplenti che dovrebbero sostituire i tutor impegnati nel tirocinio non si trovano(video di Valentina Evelli)

PAROLA DI TIEFFINO- Claudio TFA A039 di Messina

Mi permetto di rispondere ai colleghi docenti più anziani di me che fremono per l’avvio dei tfa speciali. Premesso che ho dovuto studiare come un matto rinchiudendomi in casa per superare il concorso TFA. Premettendo che non è nel mio carattere essere polemico, a tutti coloro che hanno mandato avanti la scuola negli ultimi anni va tutta la mia stima, e non dubito che queste persone siano dei validi insegnanti.

Tuttavia, penso si faccia confusione tra due piani: il primo, quello della loro bravura come docenti, dei loro sacrifici e della loro professionalità; il secondo quello della pretesa, in nome di tutto ciò, di ottenere un’abilitazione come se piovesse dal cielo. Io non discuto sul sistema di reclutamento, poiché sono la prima a sostenere l’assurdità del nostro test iniziale di luglio per il tfa ordinari. Ma invito questi colleghi a riflettere: in quale altra professione si ottengono abilitazioni con scorciatoie? Ho un’amica che ha collaborato e scritto per anni per diversi giornali, ma non per questo, nonostante i suoi articoli fossero scritti a meraviglia, ha mai preteso di non fare l’esame di stato: si è messa a studiare, la prima volta non l’ha passato e la seconda sì.

Per questo i colleghi con anni di servizio hanno altri tfa ordinari da tentare, e anziché sollecitare gli speciali – cosa molto più comoda – si possono mettere a studiare come abbiamo fatto noi, che abbiamo passato mesi sui libri!

A quale dei nostri studenti dopo la maturità viene abbuonato il test a numero chiuso per l’iscrizione all’università perché è sempre stato un buono studente negli anni del liceo? A nessuno, sarebbe assurdo: il test d’ammissione va fatto da tutti, senza scorciatoie!

Inoltre non capisco perché con noi tieffini ordinari si è tanto insistito sul numero chiuso: se proprio vogliono attivare questi speciali, che mettano dei limiti di numero, altrimenti chi ha superato tre prove ma è stato escluso per il numero chiuso dovrebbe sentirsi preso in giro, non sollecitare gli speciali per sperare in uno scorrimento delle graduatorie!

Cordiali Saluti

Parola ai tieffini: corsisti di Chieti contro il TFA speciale

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Ecco il documento realizzato dai tieffini di Chieti, alla base di molti analoghi che in questi giorni gli iscritti al TFA di tutta Italia stanno presentando:

NO AL TFA SPECIALE

Al Magnifico Rettore Carmine di Ilio
Ai membri del Senato Accademico
A tutti i docenti dell’Università degli Studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara
Agli organi di stampa

Come ormai noto da diverse settimane, il Ministro dell’Istruzione uscente Francesco Profumo, con il beneplacito dei sindacati (primi fra tutti ANIEF e FLC CGIL), ha intenzione di firmare un decreto, noto ai più come TFA SPECIALE,  in modo da abilitare all’insegnamento centinaia di migliaia di laureati, meritevoli solo di aver svolto, senza abilitazione e in qualità di supplenti, attività di docenza a scuola (pubblica o privata) nel corso degli anni precedenti.
Nell’estate 2007, l’allora Ministro Mariastella Gelmini, con un analogo coup de théâtre, chiudeva improvvisamente le Scuole di Specializzazione all’insegnamento (SSIS) lasciando un vuoto legislativo di ben cinque anni, poi colmato dall’emanazione del D.M. 249/2010, che regolamenta la nuova tipologia di formazione docenti in Italia, istituendo i TFA (Tirocini formativi attivi). Finalmente nel mese di febbraio 2013, a seguito di lunghe ed estenuanti selezioni (2 prove scritte e 1 prova orale spalmate su sei mesi giugno-novembre 2012), l’emanazione di una graduatoria finale e il pagamento, da parte di noi ammessi, di una tassa di iscrizione universitaria di 2600 € circa, sono finalmente iniziati i corsi e i tirocini del TFA.
Molti candidati, nonostante avessero all’attivo diversi anni di servizio a scuola, loro riconosciuti con un lauto punteggio sulla graduatoria finale, non hanno raggiunto la sufficienza nelle prove di selezione. Adesso, invece di mettersi a studiare per tentare l’esame il prossimo anno, stanno facendo pressioni sregolate sul Ministero, attraverso i sindacati e alcuni esponenti politici compiacenti, per vedere emanato un decreto che permetterebbe loro, senza alcuna selezione e soltanto in nome dei giorni di servizio maturati in scuole pubbliche o private, di ottenere l’abilitazione. Si tratta, in altri termini, di una vera e propria sanatoria, che tira un calcio in faccia al merito e a quanti, come noi, dopo grandi sacrifici economici e intellettuali, quel posto nel TFA ORDINARIO se lo sono sudato!
Va considerato che i posti disponibili nel TFA ORDINARIO sono stati calcolati e banditi dal ministero in base all’effettivo prossimo fabbisogno di cattedre, e che gli attuali  11mila corsisti accuratamente selezionati, in base all’eventuale famigerato decreto sul TFA SPECIALE, verrebbero sommersi da un orda di circa 80mila aspiranti docenti non selezionati, beneficiari della sciagurata sanatoria. Aspiranti docenti che hanno avuto nel corso degli ultimi tredici anni (dal Concorso ordinario del 1999 sino alla Selezione per il TFA ORDINARIO del 2012) numerose possibilità di abilitarsi alla professione di insegnante, attraverso Concorsi ordinari e Scuole di Specializzazione all’insegnamento (SSIS), ma che evidentemente non hanno superato le prove di selezione.
Considerati i numeri, insomma, questo unico provvedimento andrebbe a vanificare tutti gli sforzi di programmazione mirata del reclutamento docenti, e soprattutto il sacrosanto obiettivo di ripristinare il principio meritocratico: gli 80mila e più aspiranti docenti, non selezionati e non formati (visto che peraltro beneficerebbero anche di sgravi sulla frequenza dei corsi del TFA SPECIALE), andrebbero a ingolfare per decenni le graduatorie, scavalcando non solo chi ha superato un duro e regolare concorso, ma anche quelli che lo supereranno negli anni successivi! Il provvedimento, d’altra parte, contraddice il principio su cui lo stato italiano ha deciso di reclutare i suoi insegnanti, vale a dire SELEZIONE e FORMAZIONE: questi 80mila e più aspiranti docenti non saranno né selezionati, né formati. Insomma l’ennesima mazzata alla qualità della ormai prostrata scuola italiana, che continua ad essere concepita, soprattutto in campagna elettorale, come un CLAUDICANTE AMMORTIZZATORE SOCIALE.
Noi corsisti del TFA ORDINARIO dell’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara ci opponiamo con determinazione a questo ennesimo atto di prepotenza politica, che getta ancora una volta la scuola italiana in un baratro fatto di ricorsi e di sanatorie, e che non tutela e valorizza il merito della classe docente.
Ai docenti del nostro Ateneo, vale a dire a coloro che ci hanno ACCURATAMENTE SELEZIONATI e ci stanno FORMANDO, chiediamo innanzitutto di unirsi ai loro colleghi, sottoscrivendo e facendo sottoscrivere l’appello promosso dall’ASSOCIAZIONE DOCENTI ITALIANI (ADI) contro il TFA SPECIALE,  disponibile on-line (clicca e sottoscrivi).

Più di 400 docenti universitari contro i TFA speciali

Dopo le prese di posizione dei Professori Giunio Luzzatto e Andrea Ichino, più di altri 400 docenti univesitari italiani stanno aderendo all’appello promosso dall’ADI che riportiamo:

APPELLO DEI DOCENTI UNIVERSITARI
PER FERMARE IL TFA SPECIALE

Esprimiamo il nostro forte disappunto per la recente approvazione, per di più a Camere sciolte, della modifica al D.M. n. 249 del 10 settembre 2010 con cui si dà avvio al cosiddetto TFA speciale o riservato. Le nostre perplessità sono dettate dalle seguenti considerazioni:

Il TFA ordinario è un percorso a numero programmato, che prevede una rigida selezione in entrata. Le università hanno fatto un grande sforzo per selezionare i candidati da avviare al percorso abilitante, nell’interesse della scuola italiana e degli studenti che meritano docenti dalla comprovata preparazione. Questo sforzo sarebbe totalmente vanificato dall’attivazione di un percorso riservato che, secondo i calcoli del Ministero, coinvolgerebbe ben 57.000 docenti, disattendendo il principio del fabbisogno che aveva ispirato l’istituzione del TFA ordinario.

Il TFA speciale, basato sulla totale assenza di programmazione degli accessi, causerebbe la completa saturazione del sistema delle abilitazioni con conseguente blocco dei prossimi cicli del TFA ordinario e del regolare regime della formazione iniziale, mortificando così le aspirazioni dei futuri laureati e la volontà di svecchiamento del sistema scolastico italiano.

L’avvio del percorso riservato comporterebbe per le università problemi logistici e organizzativi non indifferenti, superiori a quelli che attualmente gli atenei si trovano fronteggiare nella gestione del TFA ordinario.

La mera anzianità di servizio, unico requisito per accedere al percorso riservato, non costituisce, di per sé, una garanzia di competenza e preparazione. Non risulterebbe pertanto equo che docenti che abbiano evitato o non superato la verifica delle conoscenze disciplinari possano superare nelle graduatorie d’istituto i vincitori di una selezione per merito. Il TFA ordinario, inoltre, premia già l’anzianità di servizio in termini sia di punteggio d’accesso, sia di sconti sul tirocinio. Non si comprendono, dunque, la necessità e l’urgenza di una siffatta deroga alla legge.

Le università italiane, che negli scorsi mesi sono state chiamate ad organizzare una rigorosa selezione, in quanto centri di sapere e di promozione del merito, non possono prestare il fianco ad un provvedimento che, a nostro parere, tradisce gli stessi principi su cui la selezione si è fondata e i diritti di chi ha seguito le regole sottoponendosi ad un regolare concorso.

Per queste ragioni, auspichiamo che il Ministro Profumo si astenga dal firmare la modifica al decreto, a Camere sciolte e a fine legislatura, e voglia rimettere la questione al suo successore.

Parola di Tieffino: Cristian Alberto Saetta A051 a Bologna

Intervento di Cristian Alberto Saetta durante il Seminario internazionale ADi 2013 “Il tallone di Achille” Autonomie, istruzione tecnica e professionale, docenza. Un’agenda per il nuovo governo che si è svolto a Bologna nella Biblioteca di S. Domenico l’1 e 2 marzo 2013.

Ricordiamo che l’ADI ha raccolto, fino ad oggi più di 500 firme di iscritti al TFA contrari all’attivazione dei tfa speciali

Per vedere l’appello

Carrozza: “il TFA è IL tema della scuola”

http://video.repubblica.it/politica/carrozza-abilitazione-no-a-ulteriori-discriminazioni-sistema-unico/142362/140898

 

Video-intervista al ministro Carrozza che dichiara l’importanza centrale del tema facendo finalmente emergere le discriminazioni subite da chi ha frequentato il TFA ordinario. Speriamo che le prossime azioni riflettano l’inizio di una reale presa di coscienza per attuare la svolta meritocratica che mondo della scuola necessita.

Inchiesta di La Repubblica: “Precari di Stato”

La beffa di Stato per 11mila docenti
Da possibile eccellenza a ultimi della fila

Li chiamano “tieffini”, secondo la riforma Gelmini rappresentavano gli insegnanti “giovani e meritevoli”, quelli che sarebbero entrati in classe solo dopo aver fatto un super corso all’università. Invece oggi si trovano dietro a tutti gli altri precari e per loro la cattedra diventa un miraggio

di Salvo Intravaia

ROMA – Sfigati o precari di serie C? C’è solo l’imbarazzo della scelta, ma la sostanza non cambia. Il variegato mondo dei precari della scuola ha anche i suoi “figli di un Dio minore”. Si tratta di 11mila persone appena abilitate secondo la riforma Gelmini costrette quest’anno addirittura ad elemosinare una supplenza dai loro colleghi non abilitati: una situazione che sembra assurda, ma che rappresenta una delle tante contraddizioni della scuola italiana che ormai non meravigliano quasi più nessuno.

Gli “storici”. I 183mila “precari storici” inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento (le Gae) sono infatti in una botte di ferro: le liste provinciali di cui fanno parte sono (quasi) blindate e spetterà a loro per i prossimi anni metà dei posti concessi per le immissioni in ruolo. A seguire, nell’inferno del precariato scolastico nostrano figurano i supplenti di serie B e quelli di serie C. I primi sono i 66mila precari non abilitati che dall’anno scolastico 1999/2000 al 2011/2012 hanno racimolato tre anni di supplenza in una scuola statale o paritaria. E che adesso hanno l’occasione di acciuffare l’abilitazione all’insegnamento attraverso una corsia preferenziale: il cosiddetto Percorso abilitante speciale (Pas), che consentirà loro in un anno di ottenere l’abilitazione all’insegnamento.

Ultimi fra gli ultimi. E dopo, in fondo al purgatorio dei precari della scuola, i cosiddetti “tieffini”: coloro che hanno ottenuto l’abilitazione all’insegnamento attraverso il Tirocinio formativo attivo, il Tfa. Gli 11mila tieffini che scalpitano per sedere in cattedra nell’immaginario gelminiano dovevano rappresentare l’avanguardia degli insegnanti “giovani e meritevoli” del terzo millennio ma adesso figurano ultimi tra gli ultimi. Ecco perché. Tre anni fa, la riforma Gelmini della formazione iniziale dei docenti ha infatti previsto che per diventare insegnanti di scuola media e superiore occorre seguire corsi universitari a numero programmato quinquennali con un altro anno di appendice per seguire un Tirocinio (formativo attivo) in classe: in tutto, sei anni di studio ed esami.

Vecchio ordinamento. Ma per i primi anni di applicazione il decreto prevede che coloro che sono in possesso di una laurea del vecchio ordinamento o di una laurea triennale più una laurea magistrale, conseguita entro il 2010, potevano ottenere l’abilitazione all’insegnamento seguendo il solo tirocinio di un anno, con esame finale, riservato ad un numero limitato di candidati. Per oltre 20mila posti messi a disposizione dal ministero la selezione ha abilitato soltanto 11mila nuovi insegnanti. Che adesso rappresentano l’ultima ruota del carrozzone scolastico italiota. Il perché è presto detto. I tieffini e gli abilitati attraverso i Pas, dopo avere sborsato migliaia di euro per seguire i corsi universitari predisposti per l’occasione, potranno inserirsi soltanto nelle graduatorie d’istituto, da cui si assegnano le supplenze “brevi”.

A regime dal 2014. Ma soltanto dal 2014. Quest’anno, sono in coda a tutti, anche ai colleghi non abilitati. Di entrare nelle graduatorie ad esaurimento  –  da cui vengono reclutati gli immessi in ruolo e che consentono di acciuffare le supplenze per tutto l’anno  –  non se ne discute. E tra questi, i tieffini saranno in coda perché i compagni dei Pas avranno un punteggio più alto, visto che possono vantare almeno tre anni di servizio che dà luogo a punteggio. Per i primi, la “terra promessa” doveva essere la riforma del reclutamento che l’ultimo governo Berlusconi non riuscì a portare a termine. E, adesso, si trovano in mezzo al guado dell’ennesima incompiuta italiana: la riforma dell’intero percorso per sedere in cattedra (formazione universitaria degli nuovi insegnanti e nuovo reclutamento) rimasta a metà.

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http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/10/01/news/stato_precario_i_nuovi_precari_della_scuola-67643038/

Manifestazione del 26/9: Discorso pronuciato dalla delegazione di tieffini all’audizione informale tenuta in VII Commissione

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La giornata del 26 settembre, dedicata ad una mobilitazione su più fronti, organizzata dal Coordinamento nazionale dei docenti abilitati, ha avuto inizio con l’audizione informale in VII Commissione Cultura della Camera, dove la delegazione tieffina (composta da Edoardo Ricci e Arianna Cipriani) è stata ascoltata, assieme ad altre delegazioni di varie categorie professionali del mondo della scuola

DISCORSO PRONUNCIATO IN OCCASIONE DELL’AUDIZIONE INFORMALE, TENUTA IN VII COMMISSIONE, IL 26 SETTEMBRE 2013

Illustri onorevoli deputati e deputate della VII Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera,

siamo qui oggi in delegazione, dinanzi a questo consesso parlamentare, per sottoporre alla Vostra attenzione le proposte dei docenti abilitati con TFA, finalizzate al miglioramento del Decreto legge 104/2013 tramite il riconoscimento giuridico del valore concorsuale del titolo di abilitazione all’insegnamento conseguito con il Tirocinio Formativo Attivo.

E’ nostra intenzione, in via preliminare, inaugurare questa audizione con una breve premessa volta ad illustrare la valenza professionalizzante di tale percorso, nonché la sua struttura.

Il Tirocinio Formativo Attivo, istituito per mezzo del D.M. 249/10, nasce come perfezionamento delle Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario, il precedente percorso abilitante a numero chiuso fermato al compimento del IX ciclo del biennio 2007-09. Il TFA, dunque, eredita la stessa funzione di formazione didattica del personale docente, contemperando in maniera ottimale, a detta della Commissione che lavorò alla sua progettazione, l’ambito teorico con quello pratico del tirocinio, con l’obiettivo di selezionare un numero di docenti basato sul fabbisogno regionale degli organici, come prescritto dall’art. 5 comma 2 del suddetto decreto. La procedura di selezione del TFA, infatti, è stata molto dura e impegnativa, al punto tale da ridurre una platea di quasi 150000 concorrenti a poco più di 11000 vincitori, ben al di sotto dei 20067 posti messi in palio nel bando.

L’accesso al T.F.A. è stato articolato attraverso il superamento di tre prove, volte a sondare le conoscenze disciplinari indispensabili allo svolgimento della professione di docente e svoltesi fra il luglio ed il novembre del 2012, distinte in: a) un prova preselettiva su base nazionale (composta da 60 quesiti a risposta multipla su argomenti disciplinari relativi alle diverse classi di concorso) da ritenersi superata con il raggiungimento minimo di punti 21/trentesimi; b) una prova scritta (relativa a domande aperte concernenti la disciplina in esame) da ritenersi valida con il raggiungimento minimo di punti 21/ trentesimi; c) una prova orale (con domande inerenti argomenti riguardanti la disciplina in oggetto) da ritenersi valida con il raggiungimento minimo di punti 15/ventesimi, preparate, queste ultime due, dalle singole Università.

I corsi del TFA sono poi stati suddivisi in una parte di insegnamenti, di laboratori e di esami di Scienze dell’educazione, pari a 18 CFU, in una sessione di corsi, di laboratori e di esami di didattica disciplinare, per un totale di 18 CFU, in un’attività di tirocinio indiretto e diretto nelle classi, svolta sotto la supervisione, rispettivamente, di un tutor universitario e di un docente accogliente di ruolo, per un totale di 475 ore equivalenti a 19 CFU, concludendosi in ultimo con l’esame finale di abilitazione, valevole 5 CFU, che contemplava la discussione di una relazione finale sull’attività didattica svolta durante il tirocinio e l’esposizione di un percorso didattico progettato su un argomento estratto a sorte dalla Commissione giudicante, composta da docenti universitari, dal tutor e da un dirigente nominato dall’Ufficio scolastico regionale.

Questo percorso formativo, dunque, ha comportato non solo enormi sacrifici economici, dato il costo medio della tassa di iscrizione pari a 2500 euro, cui vanno sommate le spese di trasporto di molti corsisti costretti ad un costante pendolarismo pomeridiano e a coniugare, per chi già svolgeva la professione, l’attività lavorativa a scuola con le lezioni universitarie, ma soprattutto ha comportato un investimento notevole in ore di studio e preparazione, a partire dalle tre prove di accesso fino all’espletazione dell’esame conclusivo.

Ciò che però non può essere valutato a dovere in termini meramente quantitativi, è proprio l’accrescimento professionale e il valore formativo che i corsi del TFA e il tirocinio stesso hanno rappresentato per i docenti neo-abilitati, molti dei quali, malgrado avessero anni di insegnamento alle spalle, hanno potuto constatare l’importanza imprescindibile della conoscenza e dell’applicazione consapevole di metodologie e pratiche didattiche proficue ai fini del miglioramento del processo di insegnamento/apprendimento. I corsi, i laboratori e i momenti di attuazione, durante il tirocinio, di tali metodologie interiorizzate a lezione, hanno perciò consentito ai corsisti del TFA di sviluppare strategie didattiche utili a motivare gli studenti della nostra società globale, adatte, in altre parole, a intercettare i loro stili di apprendimento legati alla complessità tecnologica e multiculturale della contemporaneità.

Molti di noi, perciò, hanno avuto modo di comprendere, attraverso questa esperienza altamente formativa, la necessità di una progettazione consapevole della didattica, non garantita in alcun modo dalla semplice esperienza di insegnamento. E’ perciò, onorevoli deputati, che ci preme illustrarvi in questa sede, quelle che, secondo noi, rappresentano delle caratteristiche distintive e oggettive tra i due percorsi di formazione previsti dal D.M. 81/13 e finora equiparati dal punto di vista normativo.

Con ciò, sia ben chiaro, non intendiamo discriminare in alcun modo l’esperienza che scaturisce dall’anzianità di servizio, né sminuire i sacrifici compiuti dal personale non abilitato che per anni ha servito fedelmente la missione educativa e istruttiva della Repubblica. Intendiamo, però, sottolineare una differenza fondamentale tra i due percorsi di abilitazione, TFA e PAS, e demistificare con ciò una serie di falsi giudizi che hanno teso ad identificare, da un lato, gli abilitati TFA come neo-laureati privi di esperienza e, dall’altro, i futuri abilitati PAS come i docenti che hanno tenuto aperte le scuole in quest’ultimo decennio.

Non c’è nulla di più falso, infatti, e ciò è facilmente dimostrabile guardando l’età media degli aspiranti che si sono cimentati nelle prove selettive del TFA, alla luce dei dati diffusi dal CINECA. Tale età, infatti, risulta essere compresa, in media, tra i 37 e i 38 anni. La maggior parte dei corsisti del TFA, perciò, aveva anni di servizio alle spalle e, quindi, avrebbe goduto dei requisiti utili a rientrare nei PAS. Qual è la differenza allora, onorevoli deputati? Ci sembra sia ravvisabile in un criterio di merito, in uno spartiacque che divide chi ha superato le tre prove di accesso e chi, al contrario, non le ha superate o, ancora peggio, non si è proprio cimentato in esse, attendendo a braccia conserte il passaggio della solita sanatoria all’italiana, che con cadenza decennale ha scandito la storia centocinquantenaria dell’Italia unita.

Le differenze principali tra i due percorsi di abilitazione, in definitiva, sono identificabili:

  1. nelle modalità di accesso. Se il corso TFA prevedeva tre prove di accesso e si configurava come un percorso rigorosamente a numero chiuso; il PAS consiste, invece, in un corso riservato a chi gode di un requisito pari ad almeno tre anni di servizio;

  2. nel rapporto tra la programmazione dei posti messi a bando per la selezione del TFA e il fabbisogno regionale di personale docente. Tale principio, infatti, valeva già in passato per il calcolo dei posti banditi durante i vari cicli della SSIS e nasce dall’intenzione di abilitare un numero di docenti assorbibile dal sistema scolastico, sulla base previsionale dei pensionamenti. I PAS, al contrario, contraddicono il suddetto principio di corrispondenza dei posti al fabbisogno regionale degli organici, compromettendo la possibilità di assorbimento, in considerazione dei 65000 aspiranti che si abiliteranno nei prossimi due anni accademici;

  3. nel diverso valore dei crediti formativi, in quanto i PAS, non prevedendo il tirocinio, forniranno 41 CFU, mentre il TFA conferiva 60 CFU. E’ bene sottolineare, infatti, che il tirocinio rappresentava l’essenza stessa del percorso TFA, fondato sulla valutazione del “sapere insegnare” in classe, sotto l’osservazione di due docenti tutor. Lo stesso esame conclusivo, inoltre, prevedeva la valutazione finale di tale attività. L’esenzione prevista per i PAS, in nome del servizio già svolto, non pare essere una giustificazione plausibile, infatti, poiché il TFA contemplava una riduzione di ore di tirocinio a vantaggio di chi già possedesse 360 gg. di insegnamento, nonché una maggiorazione di punteggio nel computo dei titoli valutati insieme alle prove di accesso per stilare le graduatorie finali;

  4. nell’esame finale di abilitazione, in base al quale il titolo di abilitazione SSIS riceveva il riconoscimento di valore concorsuale. Esso, difatti, avrà natura diversa tra TFA e PAS. Se in sede di esame conclusivo del TFA il candidato ha dovuto dimostrare non soltanto le conoscenze disciplinari, ma soprattutto le competenze e le metodologie didattiche utilizzate per trasmetterle durante il tirocinio, ed è stato perciò valutato anche sul saper insegnare, l’esame PAS consisterà nell’esame di quelle conoscenze mai valutate in ingresso. Ciò vuol dire, ancora una volta, stabilire un’aprioristica equivalenza, non verificata, tra esperienza pregressa di insegnamento e capacità di insegnare; equivalenza che non è stata riconosciuta, invece, come si è già detto in precedenza, nel caso dei corsisti TFA che potevano vantare anni di servizio;

Allo stato attuale delle cose, tuttavia, il titolo di abilitazione TFA non gode affatto del giusto riconoscimento giuridico, né è risultato finora fruibile dal punto di vista lavorativo. Abbiamo assistito, infatti, in queste ultime settimane, ad un vero e proprio paradosso che ha finito per provocare una profonda umiliazione nei confronti degli 11000 abilitati con TFA. Mi riferisco, chiaramente, al fenomeno a dir poco anomalo che si è consumato con l’assegnazione degli incarichi annuali e dei posti liberi e vacanti al personale non abilitato in luogo di quello abilitato. Non credo possiate immaginare pienamente, onorevoli, la mortificazione vissuta da chi, convinto di aver conseguito con grande sacrificio un titolo di abilitazione funzionale quantomeno a godere di una priorità nel conferimento delle supplenze, è stato costretto a vedersi soffiare le cattedre una ad una dai colleghi non abilitati o di chi, nemmeno iscritto nella terza fascia delle graduatorie di istituto, ha conosciuto fin da subito il limbo inesorabile della disoccupazione, privato di quella speranza nutrita e assaporata, durante il tirocinio, di entrare in classe per la prima volta nella sua vita da insegnante. Tutti noi abilitati, a dire il vero, sia i più anziani che i più giovani, con esperienza di insegnamento o meno, credevamo, illustre VII Commissione, di vedere migliorare le nostre condizioni lavorative e professionali. Se da una lato sapevamo che la durata delle graduatorie di istituto era stata prolungata fino ai tre anni nel 2011, dall’altro avevamo accolto con entusiasmo e speranza l’emanazione della nota ministeriale n. 839 del 10 aprile, con la quale il MIUR sollecitava le università italiane a concludere i corsi TFA in tempo per consentire la spendibilità del titolo già a partire dall’anno scolastico 2013/14.

Allo sfumare progressivo e inesorabile di tali aspettative, si è aggiunto poi il varo di una normativa ministeriale tesa a riconoscere tutti i profili professionali paralleli o collaterali al TFA, meno che gli abilitati del TFA stesso. A suggellare il paradosso finora illustrato, infatti, è giunto il decreto ministeriale n. 572 emanato lo scorso 27 giugno, attraverso il quale è stato riconosciuto il diritto dei congelati SSIS già iscritti con riserva nelle graduatorie ad esaurimento, al momento della loro ultima riapertura ufficiale del 2009, ad entrare a pieno titolo in queste ultime. Dov’è il lato grottesco di tale situazione? E’ facile a dirsi: i congelati SSIS iscritti con riserva sono coloro che, avendo interrotto o non avendo iniziato affatto la frequenza dell’ultimo ciclo SSIS 2007-09, hanno conseguito il titolo di abilitazione con il TFA, superando cioè i nostri stessi esami e sedendoci affianco tra i banchi dei corsi e dei laboratori lungo tutti questi mesi. Da una parte dunque i congelati SSIS iscritti con riserva, tutelati integralmente nei loro diritti, dall’altro gli abilitati TFA e i congelati SSIS non iscritti con riserva, relegati nell’ombra e misconosciuti dalla normativa.

Assistiamo, quindi, ad una sorta di discriminazione temporale per cui il 2009 pare essere l’anno spartiacque: prima di questo i titoli di abilitazione godevano del valore concorsuale e conferivano il diritto all’immissione in ruolo, dopo di questo il loro valore pare quasi annullato del tutto. In Paradiso, dunque, gli abilitati SSIS e gli abilitati UE entro il 2009, per non parlare poi degli abilitati con le vecchie sanatorie del 2000 e del 2005; nel baratro infernale, invece, tutti gli abilitati dopo il 2009. Non tutti però, a dire il vero. Nel 2012, infatti, le graduatorie ad esaurimento, istituite dalla Legge n. 296/06 (Finanziaria 2007) e finalizzate all’assorbimento attraverso un piano triennale di reclutamento, giudicate talmente chiuse da essere riaperte per l’appunto nel 2009, vengono nuovamente spalancate da un Decreto Mille proroghe, convertito con Legge n. 14 del 24 febbraio 2012, che aggiunge una IV fascia per gli abilitati COBASLID tra il 2008 e il 2011.

Questa serie di incredibili discriminazioni violano, senza alcun dubbio, la Direttiva comunitaria 36/2005/CE, che sancisce l’equipollenza dei titoli di abilitazione professionale sul territorio dell’Unione Europea ed espongono, così, il nostro Paese ad una possibile procedura d’infrazione. Se i titoli di abilitazione conseguiti nei Paesi UE, infatti, valgono in Italia il diritto al reclutamento, se conseguiti entro il 2009, quelli ottenuti nei confini nazionali paiono non esser degni di vedersi riconosciuto tale valore legittimo. Tutto ciò non può che dare adito ad un’emigrazione degli insegnanti italiani all’estero, verso lidi lontani, disillusi da un Paese che non pare intenzionato ad eleggere il merito tra i suoi principi cardine, speranzosi magari di veder riconosciuto il titolo di abilitazione italiano negli altri Paesi europei.

Non siamo gli unici a subire questa penalizzazione, tuttavia, a farci compagnia ci sono i laureati di Scienze della Formazione Primaria, cui è stato impedito l’accesso alle graduatorie ad esaurimento se iscritti dall’a.a. 2008-09 in poi, collocati successivamente nella IV fascia aggiuntiva purché abbiano conseguito il titolo entro il 10 luglio 2012. Gli altri, i neo-laureati dopo questa data, restano confinati nella II fascia delle graduatorie d’istituto. Anch’essi, come noi in un certo senso, rischiano di vedersi scavalcati da migliaia di diplomati magistrali che conseguiranno tramite i PAS l’abilitazione all’insegnamento nella scuola dell’Infanzia e nella Primaria, malgrado secondo il Decreto ministeriale del 28 luglio 1998 l’abilitazione sia ottenibile solamente attraverso il conseguimento della laurea in Scienze della Formazione Primaria.

Crediamo ingiusto, dunque, che il Legislatore attribuisca pari valore a due abilitazioni conseguite con percorsi diversi, come finora previsto dal D.M. 81/13, che equipara di fatto nell’assegnazione alla seconda fascia delle graduatorie di istituto gli abilitati TFA e i futuri abilitati PAS. Né riteniamo che una semplice differenza di punteggio possa compensare tale differenza tra un percorso che ha previsto una durissima e triplice selezione in ingresso ed un percorso cui si accederà per mera anzianità di servizio. Una differenza di punteggio che non impedirà in alcun modo che l’ultimo degli abilitati con TFA venga scavalcato dal primo dei futuri abilitati PAS.

A questa ingiustizia, inoltre, ci sentiamo di aggiungere quella inerente la svalutazione del titolo di abilitazione all’insegnamento conseguita con TFA rispetto a quello ottenuto negli anni passati tramite la SSIS. Tale svalutazione si manifesta tramite l’assegnazione riduttiva dei neo-abilitati con TFA e dei laureati di Scienze della Formazione Primaria alla II fascia delle graduatorie di istituto, le quali, non solo non danno garanzia alcuna di guardare con certezza ad una prospettiva lavorativa, poiché in molte province e in varie classi di concorso non si arriva a chiamare dalla seconda fascia se non per supplenze temporanee, ma soprattutto non fornisce la speranza di godere, in attesa di eventuali concorsi futuri, almeno di quel canale di reclutamento per scorrimento rappresentato dalle graduatorie ad esaurimento. Ciò comporterebbe, come potete ben comprendere, l’impossibilità di pianificare in alcun modo il proprio futuro esistenziale, familiare ed economico.

Malgrado i colloqui ottenuti presso il Ministero dell’Istruzione, il 15 luglio e il 7 settembre, e le promesse di provvedimenti che avrebbero dovuto garantire almeno una priorità nell’assegnazione delle supplenze a partire da questo stesso anno scolastico, i docenti abilitati con TFA assistono all’inesorabile scorrere del tempo che logora, progressivamente, tutte le speranze di insegnare quest’anno. La disillusione, poi, aumenta se si considera l’altra promessa svanita, quella cioè di un secondo concorso che l’ex Ministro Profumo si era impegnato a bandire quest’anno ad abilitazione conseguita. E ora non ci resta che apprendere con sgomento, dall’ultima intervista rilasciata dal Ministro Carrozza al quotidiano La Repubblica lo scorso 7 settembre, le seguenti dichiarazioni che cito testualmente: “Non bandirò più un concorso pubblico per assumere docenti in queste condizioni…Prima di pensare a nuovi concorsi dobbiamo ridare certezza a chi già nella scuola lavora“. Ci paiono molto lontane, al contrario, le dichiarazioni del Ministro che, solo pochi mesi fa, precisamente il 27 aprile, proponeva in un’intervista all’Huffington Post un moderno riavvicinamento tra il sistema di formazione degli insegnanti e il reclutamento, compito fallito già con la SSIS, nata anch’essa per rispondere a tale finalità prevista dagli accordi di Lisbona del 1989. Vorrei citare qui le sue testuali parole, ancora una volta: Dobbiamo prevedere un piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti. E contemporaneamente metter mano ad un modello di formazione iniziale e reclutamento, equo e trasparente, che offra ragionevoli speranze ai giovani che desiderano dedicare la propria vita professionale all’insegnamento, selezionando tramite concorso i migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale, secondo numeri programmati al fabbisogno; un anno di prova attraverso tirocinio e supplenze brevi accompagnati da un insegnante esperto, e infine la firma del contratto a tempo indeterminato”. Bene, ci piace credere che un tale progetto voglia includere anche i neo-abilitati del primo ciclo TFA, il cui titolo, conseguito dopo una procedura di selezione concorsuale, possa, dopo un anno di prova, conferire il diritto al ruolo. Purtroppo ci dispiace constatare, di fronte ai dati del futuro piano triennale di immissioni in ruolo di 69000 unità nel personale docente, come l’ambizioso disegno di assorbimento sia ancora molto lontano dal realizzarsi compiutamente.

Il fallimento della programmazione del concorso Profumo, comunque sia, è sotto gli occhi di tutti e su questo ci sentiamo di dare ragione al Ministro: a fronte di 11542 vincitori solo 3255 sono stati immessi in ruolo già da quest’anno e ciò non ha potuto generare altro che nuove Graduatorie di merito triennali che, come l’esperienza ci insegna, resteranno in vigore almeno per un decennio. A fronte della diminuzione strutturale dei pensionamenti, causati dalla Riforma Fornero, quest’anno più che dimezzati a 11628 cessazioni, in seguito alla riduzione dei posti operati dal piano triennale di tagli della legge 133/08, ci pare impossibile illudersi, infatti, che ci sia un nuovo concorso prima di almeno 5 anni a questa parte. Che cosa vogliamo consegnare dunque a questi docenti abilitati con TFA? Cinque anni o più di disoccupazione, o tutt’al più di sommatorie umilianti di spezzoni di cattedra, o forse un pellegrinaggio da nomadi in più scuole per raccogliere qualche magro punticino, senza mai poter ambire al ruolo, anche solo per scorrimento, senza mai salire a riveder le stelle? Non siamo contro il concorso, che ben venga anzi, ma nell’attesa di questa chimera, perlomeno, fate in modo che un canale di reclutamento ci sia garantito, perché non crediamo di valere meno dei colleghi abilitati con la SSIS o di quelli che hanno conseguito il titolo presso gli altri Paesi dell’UE.

Concluderei, perciò, il mio intervento, avanzando alla VII Commissione, che ci ha onorato di questa audizione, una proposta che, a parer nostro, potrebbe rappresentare una modifica al D.L. 104/13, tale da sanare le molteplici ingiustizie subite dagli abilitati TFA e dai laureati di Scienze della Formazione e da consentire, al contempo, una giusta mediazione tra i vari interessi delle figure professionali coinvolte. Pur essendo partiti da posizioni più rigide, durante la nostra attività di rappresentanza e di rivendicazione dei diritti degli abilitati TFA abbiamo avuto modo di sviluppare una visione più morbida e aperta al compromesso, poiché crediamo sia necessario risolvere in maniera organica e sistematica un insieme di problematiche e di aspettative generate dalle politiche scolastiche ministeriali, che hanno finito solo per generare quella che viene spesso definita come “una guerra tra poveri” nel mondo del precariato scolastico e che contrappone, spesso, interessi diversi da parte dei vari profili professionali creati dalla normativa stessa.

Chiediamo, perciò, nella nostra proposta di compromesso, che al titolo di abilitazione conseguito tramite il TFA venga attribuito il valore di prova concorsuale valido ai fini dell’inserimento nella terza fascia delle Graduatorie ad esaurimento (come previsto per gli abilitati SSIS in base al decreto legge 28 agosto 2000 n. 240, convertito con modificazioni dalla legge 27 ottobre 2000 n.306), facendo salva però la distinzione rispetto al titolo SSIS, che prevedeva il raggiungimento di 120 CFU rispetto ai 60 CFU del TFA, tramite il conferimento di un punteggio inferiore, in modo da non consentire agli abilitati TFA di scavalcare in alcun modo gli abilitati SSIS.

Tale valore concorsuale del titolo TFA andrebbe però esteso dall’esame conclusivo di abilitazione, com’era per la SSIS, anche alle prove selettive in ingresso, in modo da sancire la giusta differenziazione rispetto al titolo di abilitazione PAS, privo di qualunque prova di accesso, ma provvisto dell’esame conclusivo. Tale valore concorsuale in ingresso, sicché, riconoscerebbe de iure ciò che sussiste già de facto: ossia l’analogia tra i percorsi di abilitazione SSIS e TFA, entrambi basati su una selezione in ingresso. D’altra parte, consentirebbe una differenziazione tale per cui sarebbe possibile consentire ai futuri abilitati PAS l’inserimento con riserva nella IV fascia delle graduatorie ad esaurimento, salvaguardando così gli abilitati TFA dal paradossale superamento che sicuramente scaturirebbe da una mera distinzione di punteggio tra i due titoli. Una soluzione del genere, infatti, garantirebbe il riconoscimento del valore del titolo di abilitazione, rispettando così la direttiva comunitaria, e attesterebbe in più la legittimazione giuridica di quel principio meritocratico che, come recita l’articolo 97 della Costituzione, prevede che l’assunzione nel pubblico impiego avvenga solo tramite concorso.

Un simile destino, secondo noi, toccherebbe anche ai laureati di Scienze della Formazione Primaria, cui spetterebbe di diritto, a nostro avviso, l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento ed una netta distinzione rispetto ai diplomati magistrali che conseguiranno l’abilitazione tramite PAS.

Concluderei, infine, ricordando l’importanza di proseguire l’esperienza formativa e meritocratica del TFA tramite il bando di un secondo ciclo a numero chiuso, in modo da consentire ai giovani neo-laureati di poter ambire a realizzare le proprie attitudini verso l’insegnamento, in un sistema scolastico dove la progressione non debba avvenire più solo per anzianità, ma anche per merito. A questo secondo ciclo crediamo sia giusto, inoltre, riservare dei posti in soprannumero ai vincitori di più classi di concorso del primo ciclo di TFA, che hanno dovuto rinunciare ad una di esse a causa dell’obbligo di frequenza di una sola classe. Tale diritto, infine, crediamo debba essere anche riservato agli idonei che, a causa di una mancata redistribuzione dei posti sul territorio nazionale, dopo aver superato le tre prove di accesso, hanno visto chiudersi le porte del TFA, malgrado i vincitori selezionati fossero quasi diecimila in meno rispetto ai posti messi a bando.

L’attestazione giuridica dei principi esposti sin qui, permetterebbe di cominciare a costruire quel rinnovamento profondo di cui necessita disperatamente il sistema scolastico italiano, il cui compito crediamo spetti alla classe politica e dirigente italiana del presente, un rinnovamento che veda finalmente affermarsi pienamente un’offerta formativa di qualità, che non lasci mai solo chi è indietro, ma che dimostri ai nostri studenti, i futuri cittadini di domani, come sia possibile salire i gradini della società in virtù del merito e delle proprie capacità, pur partendo da posizioni di svantaggio economico, senza adoperare scorciatoie clientelari e godendo di quell’uguaglianza giuridica nelle condizioni di partecipazione alla convivenza civile.

Prof. Edoardo Ricci

Prof.ssa Arianna Cipriani

Delegati del Coordinamento nazionale dei docenti abilitati con TFA

PROPOSTA DI EMENDAMENTO AL DECRETO LEGGE n. 104/13, avanzata dal Coordinamento nazionale dei docenti abilitati con TFA

Articolo 15, comma 1-bis

(Graduatorie ad esaurimento)

Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:

1 – bis “ Il Ministro dell’Istruzione della Ricerca e dell’Università, nel decreto di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento disposte ai sensi dell’articolo 1, comma 605, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 da disporre per il triennio 2014-2017, consente la presentazione della domanda di inserimento nella terza fascia ai docenti che hanno conseguito l’abilitazione al termine dei corsi universitari attivati ai sensi del decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 10 settembre 2010 n. 249, con punteggio del titolo inferiore a quello attribuito agli abilitati dei cicli SSIS, nonché a coloro che risultano iscritti presso le Facoltà di Scienze della Formazione Primaria dall’anno accademico 2008-09 in poi, in deroga all’assegnazione prevista dall’art. 14 comma 2-ter, della legge 24 febbraio 2012 n. 14. Al titolo di abilitazione conseguito tramite TFA viene riconosciuto, a tal fine, il valore di prova concorsuale, ai sensi del decreto legge 28 agosto 2000 n. 240, convertito con modificazioni dalla legge 27 ottobre 2000 n.306, estendendo tale valore concorsuale alle tre prove selettive di accesso. In occasione del previsto aggiornamento, è consentita la presentazione della domanda di inserimento nella terza fascia, altresì, ai docenti che sono stati inseriti nelle graduatorie di merito compilate a seguito dell’espletamento del concorso a cattedra bandito con D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012. Possono essere inseriti con riserva, invece, nella quarta fascia delle graduatorie ad esaurimento, istituita dall’art. 14, comma 2-ter, della legge 24 febbraio 2012 n. 14, gli studenti iscritti a corsi universitari autorizzati dal Ministro dell’Istruzione della Ricerca e dell’Università per il conseguimento dell’abilitazione ai sensi del decreto ministeriale del 25 marzo n. 81, ma non in possesso del titolo abilitante, con scioglimento della riserva da disporre all’atto del conseguimento del titolo nel decreto relativo al successivo aggiornamento.”

Relazione tecnica

La norma intende garantire il riconoscimento del valore di prova concorsuale ai docenti abilitati con i corsi TFA e ai laureati di Scienze della Formazione primaria, sulla base delle prove selettive in ingresso, e consentire il loro inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento. Viene altresì disposta l’assegnazione al titolo di abilitazione TFA, conseguito con l’ottenimento di 60 crediti formativi universitari, di un punteggio inferiore al titolo di abilitazione SSIS, che prevedeva 120 crediti formativi. L’inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento viene previsto, inoltre, anche per i docenti inseriti nelle graduatorie di merito dell’ultimo concorso.

Per gli abilitati con i percorsi abilitanti speciali (PAS) viene consentito l’inserimento nella quarta fascia delle graduatorie ad esaurimento, in virtù dell’assenza di prove concorsuali di accesso e della valenza di 41 crediti formativi. La norma non prevede ulteriori oneri a carico della finanza pubblica.

LETTERA RIVOLTA AI SINDACATI

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del Comitato TFA ORDINARIO ITALIA

Sicuramente conoscerete la storia recente della formazione e del reclutamento degli insegnanti, sicuramente avrete sentito parlare dei famigerati TFA, della rigida programmazione volta a non creare nuove sacche di precariato, dei posti concessi col contagocce, Ateneo per Ateneo, sarete sicuramente informati su tante cose, ragion per cui vi risparmiamo il noioso elenco che ne verrebbe fuori.
Una cosa, però, ve la vogliamo ricordare. Vi vogliamo ricordare che un paio di anni fa non avete mancato di informarci circa i numerosi corsi a pagamento, in presenza e on line, che avevate organizzato per aiutarci nella preparazione della durissima selezione.
Bene, perché poi non vi abbiamo più sentito. Non vi abbiamo sentito durante lo svolgimento delle prove, durante il corso, durante gli esami finali e non vi abbiamo sentito neanche ad abilitazione conseguita.
Vi abbiamo visti difendere a spada tratta i PAS e su questo non stiamo a sindacare, non vogliamo dichiarare guerra a nessuno, anche perché siamo convinti che abbiate le vostre buone ragioni -non vogliamo credere come qualche malizioso afferma che siano ragioni meramente numeriche (noi siamo solo poche migliaia, loro molti di più) – ma vogliamo sapere perché, ora che siamo abilitati, ora che stiamo subendo un’ingiustizia impossibile da concepire per un Paese moderno e civile, nessuno, ma proprio nessuno abbia alzato la mano per dire: scusate???? Ma vi ricordate che ci sono anche loro???
A questo punto, vogliamo farvi una serie di domande per farvi riflettere e per capire se possiamo ritenerci tutelati e se valga la pena rinnovare le nostre tessere o strapparle non appena avremo la fortuna di poter lavorare.

-Ritenete sia giusto che un congelato SSIS abilitato con il TFA sia entrato direttamente in GAE a luglio scorso e tutti gli altri no?Credete che possa dirsi un trattamento equo?
-Ritenete sia giusto che un abilitato debba posizionarsi in II fascia delle Graduatorie di Istituto ad attendere eventuali concorsi futuri mentre i nostri colleghi entreranno di ruolo da GAE?
-Ritenete sia giusto dirci che dobbiamo accontentarci delle briciole degli incarichi annuali e delle supplenze che i fortunati in GAE ci vorranno lasciare ogni anno?
-Ritenete sia giusto che il prossimo aggiornamento delle GAE comporterà la possibilità di cambiare provincia, con tutte le conseguenze che voi ben sapete, ma non consentirà l’ingresso ad 11.000 (non centinaia di migliaia) abilitati con punteggi tali da non impensierire nemmeno l’ultimo in graduatoria.
-Ritenete sia giusto che chi è stato bocciato agli esami di ammissione al TFA o se n’è stato fermo ad aspettare mentre noi sudavamo sui libri si trovi a giugno prossimo le graduatorie spalancate mentre noi siamo rimasti per un anno intero in una sorta di Limbo indefinito?

Crediamo di meritarci una risposta, una da ciascuna delle sigle sindacali che hanno avuto la nostra fiducia e vorremmo poter dire di credere ancora che il sacrificio serve a qualcosa. Sappiate solo che abbiamo investito tempo e denaro calcolando il nostro investimento su Graduatorie ad esaurimento aventi una certa fisionomia ed una certa consistenza e sulla certezza che nessuno in Italia si sarebbe più potuto abilitare senza selezione. Ora che abbiamo dato, ci guardiamo intorno e non troviamo più nessuna di quelle certezze.

Attendiamo fiduciosi una vostra risposta

Non ci arrendiamo! – Lettera della Dirigente scolastica Carla Pellegrini

 “Sono una dirigente scolastica in pensione da 10 anni, che ha alle spalle tanti anni di precariato come docente, anni di viaggi e  incertezze e che ha sempre lottato per sé e per la categoria – speravo che  i nostri figli ed i nostri nipoti non dovessero ripercorrere i nostri calvari, invece, per loro sta avvenendo  di molto peggio.

Vado subito al tema principale del discorso in atto: gli 11.000 abilitati con il TFA ORDINARIO che il MIUR ha ritenuto di voler abilitare  per  garantire alla Scuola Italiana personale competente, fornito di idonea abilitazione all’insegnamento, grazie anche alla selezione ed al percorso impegnativo che hanno dovuto  portare avanti  tutti i frequentanti.
Oggi con questa abilitazione così conseguita nessuno può insegnare: hanno la priorità i non abilitati o  quelli che aspirano a conseguire, prossimamente, l’abilitazione all’insegnamento!
Vi sembra un modo corretto di rispettare la Scuola, la professionalità docente?
Con la carenza di lavoro per i nostri giovani, si preferisce aumentare le ore di insegnamento, fino a 24 ore settimanali, a chi già lavora ad orario pieno, invece di dare gli spezzoni ai precari: vi sembra un modo corretto di garantire le pari opportunità al lavoro?
Con la penuria di liquidità delle nostre famiglie, il MIUR ha deciso che era bene  che noi  destinassimo una cifra  consistente per le spese di ammissione, di frequenza, di studio e preparazione, di viaggi per i nostri figli e nipoti aspiranti all’abilitazione.
Il MIUR ha ritenuto necessario tutto questo, ma per che cosa, per chi???
Nelle tasche di chi sono andati  questi soldi e tutti quelli che sono stati sborsati da migliaia di ricorrenti contro varie situazioni da tutelare lungo il percorso del tfa?
 Poiché si dovrebbe insegnare solo con l’abilitazione, unico titolo valido per l’accesso all’insegnamento – sarebbe oggi  diritto dei neo abilitati con tfa ordinario, presentarsi nelle scuole che hanno nominato  docenti non abilitati e pretendere il loro  incarico di docenza.
Questo entro il mese di dicembre 2013 lo dovrebbero fare tutti i neo abilitati, così come è sempre avvenuto nelle Scuole, laddove insegnava un docente sprovvisto di specifico titolo di studio, quando, entro il mese di dicembre, si presentava a Scuola un neo laureato con titolo specifico di studio.
 Si va a scatenare  una guerra tra poveri, andiamo ad arricchire con i vari ricorsi  gli studi legali, buttiamo per aria i programmi scolatici, la continuità??
 La decisione di fare immediatamente  spendere l’abilitazione appena conseguita va presa subito dal MIUR – i neo abilitati tfa ordinario non si fermeranno, questo tfa è stato troppo oneroso in spesa economica, fatica, impegno, distrazione dai compiti famigliari, stress continui, rinunce al lavoro (a chi capitava qualche ora aggiuntiva di supplenza) per poter garantirne la frequenza,….ecc…

Oggi, i nostri  neo abilitati ecco come vengono utilizzati:

  • Sono  lì, in attesa ed in trepidazione, trattati come dei QUESTUANTI o peggio come dei veri e propri   MENDICANTI;
  • Il  nostro Bel Paese li sta spingendo, quindi, verso l’ACCATTONAGGIO. Ma prima  li  ha  ridotti in SCHIAVITU’: schiavi del punteggio, schiavi dei master – una marea di giovani che si spostano, appunto, da un master all’altro, pagandoli profumatamente, cosicchè i vari baroni possano vivere ben tranquilli con la manovalanza che cresce  ogni anno ed assicura la loro stabilità economica.

Si  gabella per arricchimento professionale, quello che è vero e proprio sfruttamento della necessità di lavorare, ed intanto  questi giovani invece di lavorare loro, danno essi stessi il lavoro agli altolocati, e se riescono a mettere insieme un po’ di spezzoni orari, si calcola che tra viaggi, riunioni, ecc…vanno a percepire meno di 5 euro all’ora – a conti fatti sapete cosa succede realmente? Il precario PAGA per andare a lavorare.
Mantenere il precariato, farlo aumentare, questo è il risultato ottenuto, per cui  significa che era  questo ciò che i nostri CERVELLONI volevano.

O il risultato ottenuto è sbagliato?????  comunque non ci si deve fidare  di loro, avendo dato prova grave di incompetenza, superficialità ed arroganza?
I nostri giovani non possono protestare, altrimenti rischiano di essere definiti “teste calde” o “persone inaffidabili come docenti” o  chissà cos’altro….. – perché non protestiamo noi adulti?
Scendiamo noi in piazza, avanti a loro il 26 settembre, le famiglie italiane devono chiedere il lavoro garantito a tutti i giovani, e una Scuola veramente formativa per i nostri piccoli, gli adolescenti e i  giovani studenti.
Quanto costa pagare la disoccupazione di questi giovani preparati?  Ma facciamoli lavorare in modo che vengano pagati perché fanno qualcosa di utile per loro e per la società, si cura meglio l’inserimento di ogni scolaro, si evitano le classi pollaio, si fa una Scuola  che rispetta veramente chi è dentro ed anche chi vi vuole entrare, perché ne ha diritto.
 Organizziamoci bene per raggiungere lo scopo prefissato.
 Un caro saluto ed augurio da nonna Carla”